Ciao Orecchiabilinə,
Pare sia Halloween, ma a noi non ce ne può fregare di meno. Infatti, invece di ammorbarvi con fantasmi e catene, andiamo dritti ad ascoltare quello che ci ispira e, per una volta, vi proponiamo contenuti freschi freschi appena sfornati. Giacomo ha ascoltato in anteprima Falso, un podcast in uscita oggi tra libri antichi e truffe mirabolanti, mentre Chiara ha ascoltato per voi le prime tre puntate di Candyman un podcast sulla vera storia che ha ispirato un film un po’ tamarro anni novanta e di come questa racconti molto dell’importanza dell’Abitare.
Pronti, partenza, play!
Il Falso, Paola Manduca - RaiPlay Sound 🇮🇹
A Napoli c’è un posto incredibile che pochi conoscono. Si chiama Biblioteca dei Girolamini, è la seconda biblioteca più antica d’Italia e uno di quei posti che fanno sobbalzare il mio piccolo cuore di amante della carta stampata e ricercatore mancato.
Immaginate di entrare in questa splendida ed elegante sala e di trovarci:
un cane che scorrazza con un osso in bocca
una ragazza in pigiama munita di beauty e prodotti per la toiletta
volumi antichi sparsi ovunque
posaceneri strategicamente piazzati qua e là
il direttore della biblioteca in tuta acetata che passeggia in mezzo a tutto questo sfacelo sfogliando svogliatamente un libro vecchio di centinaia di anni
Con questa immagine che si apre Il Falso, un podcast uscito giusto oggi per RaiPlay Sound, in cui si racconta la storia della tossica relazione tra un essere umano e i libri.
Massimo De Caro, l’uomo in tuta acetata di cui sopra, si presenta al mondo come un grande amante della carta stampata e come una di quelle persone che farebbero di tutto per proteggere testi antichi, salvandoli da polverosi magazzini e facendo in modo che possano finire nelle mani di chi li può trattare con la cura e l’amore che gli spettano.
È con questa fama che, nei primi anni duemila, De Caro compie una rapida ascesa nel mondo dei libi antichi, scovando opere dall’inestimabile valore culturale e costruendo una fitta rete di scambi e compravendite a livello mondiale, che lo portano a mettere insieme un’importante quantità di soldi in breve tempo. Come spesso succede in queste storie, i metodi di De Caro non sono propriamente ortodossi e, un po’ per soldi, un po’ per quella che sembra essere un’incurabile ossessione, la sua storia prende connotati sempre più oscuri, fino a trasformarsi in quella tragica farsa che culmina con quella incredibile scena della Biblioteca dei Girolamini.
Vorrei dirvi molto di più, spiegarvi da dove viene il nome del podcast e perdermi in lunghe riflessioni sulla natura umana dettate da quell’incredibile personaggio che è De Caro, ma, in nome del movimento no-spoiler, mi limito a consigliarvi di ascoltare Il Falso senza leggerne la sinossi per mantenere vivo quel senso di meravigliosa incredulità che vi prenderà a partire dalla quarta puntata.
Quel che vi posso però dire è che lo stesso De Caro ha acconsentito, immagino per pura megalomania narcisista, ad essere intervistato in un podcast in cui, di fatto, lui risulta essere il “cattivo” della storia. La sua voce, saggiamente alternata a quella di autorevoli esperti, è il filo conduttore che unisce la struttura narrativa de Il Falso, offrendoci diversi livelli di lettura della storia.
Particolarmente gustosa risulta infatti la scelta fatta in sede di montaggio di riutilizzare alcuni spezzoni dell’intervista a De Caro in più momenti della narrazione, lasciando che il contesto e la nostra conoscenza della storia ne alterino il significato. Così facendo il personaggio De Caro sembra crescere ed evolvere davanti ai nostri occhi, mentre rimettiamo insieme passo dopo passo il puzzle che compone la sua complessa personalità. Sono proprio questi spezzoni a rendere esplicita la frattura tra la rappresentazione interna che De Caro ha di se stesso e la realtà della sua persona
A sostenere il racconto troviamo un grande lavoro giornalistico di ricerca e documentazione, reso dall’asciutta narrazione di Manduca, sapientemente ammorbidita da qualche imprevidibile colloquialismo e dal ricco sound design di Alex Genzini. E’ il sapiente utilizzo di materiali di archivio e musiche a regalare vivacità e movimento a un lavoro registrato prevalentemente in studio che, in altre mani, avrebbe rischiato di risultare stantio.
Il Falso diventa così un divertente e divertito racconto dell’assurda vita di uno dei più incredibili personaggi da operetta che il nostro paese abbia prodotto negli ultimi decenni e, in qualche traverso modo, un invito a riflettere sullo scollamento tra l’immagine di noi che offriamo al mondo e quella che invece raccontiamo a noi stessi.
🎧 Consigli di ascolto: se per qualche motivo il podcast non vi prende nelle prime puntate, tenete duro e sarete ripagati da un vortice di avvenimenti incredibili a partire dal quarto episodio.
🧁 Bonus: le sue storie sono così assurde, che di De Caro ha scritto pure il New Yorker.
-Giacomo Bagni
Candyman: The True Story Behind The Bathroom Mirror Murder, CBS News, 48 Hours, Wondery 🇺🇸
Come da titolo questo podcast podcast racconta la storia che ha ispirato Candyman, iconico film horror uscito nel ‘92. Il film si basa su una leggenda urbana che vedrebbe lo spirito di un uomo di colore apparire a chiunque lo invochi ripetendo il suo nome per cinque volte davanti a uno specchio, solitamente quello di un bagno, per poi ucciderlo brutalmente con il suo uncino.
Ambientato in un complesso di case popolari, un “project”, di Chicago, il film, che inizialmente doveva essere ambientato in Inghilterra, inserisce fatti realmente accaduti in quella zona della città per giustificare il pretesto narrativo di finzione degli armadetti del bagno. Il fatto realmente accaduto più facilmente riconoscibile nel film è quello della morte di Ruthie Mae McCoy nel 1987. Ruthie era una 52enne afroamericana affetta da schizofrenia, che chiamò trafelata la polizia, urlando che qualcuno stava cercando di entrare in casa sua dallo specchio del bagno. La polizia non le credette e, due giorni dopo, Ruthie Mae McCoy venne trovata morta con cinque colpi di pistola in corpo. Gli assassini erano effettivamente entrati nel suo appartamento attraverso l’armadietto del bagno.
L’host del podcast, Dometi Pongo, è originario proprio di Chicago e ha deciso di raccontare questa storia per la serie di riflessioni che la visione del film ha innescato in lui. Per lui, ma anche per tanti dei suoi concittadini che hanno visto il film, una delle cose più spaventose del film è proprio quella sensazione di insicurezza e inquietudine che trapela quando non ci si sente al sicuro nella propria abitazione E questa altro non è che la situazione esistenziale e quotidiana in cui si trovavano le persone costrette a vivere nei “projects” di Chicago negli anni novanta. Così, Candyman il podcast, prende le distanze dalle consuete narrazioni sensazionalistiche e mira, invece, a mettere in luce non solo la natura sconvolgente del crimine di cui Ruthie è stata vittima, ma anche le profonde problematiche sociali e strutturali che hanno contribuito al compiersi della sua tragedia. Pregiudizi, trascuratezza, negligenza, segregazione, mancanza di fondi, tutti attribuibili, ascoltando questo podcast, alle istituzioni, dalla Chicago Housing Authority (CHA) alla polizia locale. In quegli anni, infatti, i palazzi erano totalmente gestiti da gruppi di gangster che dettavano legge, mettendo in pericolo i residenti più vulnerabili come Ruthie o la sua vicina di casa, madre vedova di sette figli. Tra le altre cose, entravano da un’abitazione all’altra proprio tramite gli specchi del bagno, collegati tra loro da tunnel nascosti nelle mura.
Quello del diritto all’abitare è un tema più attuale che mai e Dometi Pongo e collaboratori fanno un ottimo lavoro di ricostruzione di una realtà locale che riflette a livello globale molte delle tematiche ancora irrisolte dagli anni ottanta ad oggi in diverse parti del mondo. Immagino che chiunque stia leggendo, riesca a pensare a una realtà simile, non lontanissimo da dove vive. O almeno io sì.
Su questi “schermi” provo spesso a parlare di come si possa eticamente raccontare vicende orribili senza delegittimare o oscurare le vittime e le loro famiglie e Candyman ne è un egregio esempio, oltre ad essere un prodotto ben fatto e costruito su solide fonti.
🎧 Consigli di ascolto: non vi fate fregare dalla copertina come la sottoscritta. Il podcast è ben fatto e piacevole da ascoltare (per quanto lo permetta la storia). Ringrazio le svariate newsletter che leggo che ne hanno parlato bene per avermi fatto premere play. (Quasi) Mai giudicare un podcast dalla copertina.
🧁 Bonus: Nel 2021 Jordan Peele ha sceneggiato e prodotto un remake di Candyman. Peele è uno dei registi horror più apprezzati del momento, noto per la sua capacità di realizzare film horror con sfumature comiche e satiriche sul razzismo.
🧁🧁 Bonus: se vi interessa la vita nei projects e vi piace leggere, Gang Leader for a Day del sociologo Sudhir Venkatesh è un signor libro. Andato in uno di questi casermoni popolari per condurre un sondaggio, Venkatesh finisce per essere adottato da una gang del posto e decide di studiare e raccontare in prima persona la comunità che lì trova.
-Chiara Sagramola
🥃 Shottini:
Ogni tanto ci capita di imbatterci in cose belle che, vuoi per lunghezza, tematica o quant’altro, non riusciamo a recensire con il consueto amore. Ve le proponiamo quindi in comodi shottini da leggere tutto d’un fiato.
Perché Scappiamo, Sara Giudice - Chora Media 🇮🇹
Negli ultimi tempi si è parlato molto di cosa voglia dire “paese sicuro”, di chiedersi cosa spinga le persone a lasciare casa e affrontare viaggi estenuanti e pericolosi in cerca di un futuro migliore. In cinque brevi puntata Sara Giudice racconta dell’esodo in corso dalla Tunisia, in cui è da anni in corso una enorme crisi economica e democratica (qui un articolo de Il Post di un paio di anni fa. Nel frattempo qualche settimana fa il presidente tunisino è stato confermato con un “normalissimo” 89% dei voti).
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo