Ciao Orecchiabilinə,
La metà di questo imperdibile duo è tornata alla normalità con una bella botta in faccia fatta di scadenze, lavori e maltempo, mentre l’altra si sta ancora godendo la morbida sospensione del tempo che un viaggio ti regala. In ogni caso, con la pioggia o con il sole, siamo qui a consigliarvi cose croccanti da ascoltare perché comunque le orecchie non smettono di lavorare. Chiara vi racconta di We Were Three, la storia di una famiglia americana costellata di bugie e difficoltà e di come il Covid le abbia fatte emergere. Giacomo invece vi parla di Linea Bianca che racconta la nascita del confine nella città di Gorizia, e delle conseguenze che ha avuto sull’identità di chi ci vive e ci ha vissuto.
Mercoledì prossimo (il 23), ci si vede da ZOO a Bologna per un nuovo appuntamento con Giovedì Podcast (si, di mercoledì 🤷🏽♀️). Insieme a quel vortice di iniziative di Radio Papesse ciarleremo del loro Lucia Festival, di audiodocumentari e altre primizie uditive e, soprattutto, ci immergeremo in un mondo di ascolti da ogni angolo del pianeta. E se questo non bastasse a convincervi, sappiate che avrete l’irripetibile occasione di ammirare ben due Orecchiabilə in pieno jet-lag.
Pronti, partenza, play!
We Were Three, Nancy Updike, Serial Productions 🇺🇸
Recentemente ho fatto un viaggio on the road in California, trascorrendo molte ore in macchina e accumulando, nonostante fossi in vacanza, un bel po’ di materiale per i consigli di ascolto dei prossimi mesi. Ma non è questo il motivo per il quale vi sto raccontando questa cosa. Il fatto è che questa vacanza è stato il primo vero viaggio post-pandemia che ho fatto. Un viaggio leggero, organizzato senza troppi pensieri e senza dovermi preoccupare di quando e dove mettermi una mascherina o farmi l'ennesimo tampone. Poi mi sono messa ad ascoltare We Were Three ed è stato come ricevere una necessaria botta e tornare sul pianeta terra.
Ascoltare questo podcast significa assistere a una storia che si sostituisce a quella delle relazioni familiari complicate, agli effetti del Covid sulla salute mentale delle persone e al problema della sanità privata negli Stati Uniti. Tre argomenti leggeri e proprio facili da affrontare e da digerire, soprattutto quando raccontati da un punto di vista profondamente intimo e personale come quello di Rachel McKibbens, figlia e sorella di due uomini morti a causa del Coronavirus. La storia inizia con Rachel che racconta a Nancy Updike, l’incredibilmente brava host di questo podcast, dell’sms ricevuto da suo fratello Peter in cui le comunica il decesso del padre. Nella conversazione che segue la ricezione del messaggio, Rachel scopre che entrambi avevano contratto il Covid e che nessuno dei due era vaccinato. Rachel torna a Santa Ana in California per il funerale del padre e dopo pochi giorni muore anche suo fratello. Mentre cerca indizi sui loro ultimi mesi di vita trova il telefono del fratello e i migliaia di messaggi scambiati con parenti e amici che le servono per mettere insieme i pezzi degli ultimi mesi, se non anni, di vita della sua famiglia.
Inizia così il denso racconto in tre episodi della complicata storia della famiglia McKibbens: dall’infanzia difficile di Rachel e Peter, il rapporto tossico con i genitori, i problemi del padre a come entrambi abbiano trovato il proprio modo di farci i conti. Rachel scappando il più lontano possibile, Peter rimanendo il più vicino possibile al padre. È nelle trame del tessuto che è la storia di questa famiglia che si intrecciano i fili delle conseguenze della sanità privata sui cittadini americani e di come certe contraddizioni siano diventate strappi evidenti con l’arrivo della pandemia. Updike racconta una storia americanissima ed è così che diventa un’eccellente parte per il tutto, come una sorta di “sineddoche multipla”, usando gli ormai confortanti tratti distintivi di Serial Productions: un sound design leggermente radiofonico che rimanda a This American Life, da dove tutto è iniziato; un giornalisimo narrativo di altissima qualità e la capacità di parlare a una collettività raccontando storie di singoli individui.
Ascoltare We Were Three non è stato facile. Significa fare i conti, anche qui dall’altra parte dell’oceano, con le difficoltà, spesso insormontabili, che si incontrano nel tentare di ricucire gli strappi di una storia familiare per evitare che diventino poi voragini nella vita adulta. Significa esporsi al pensiero e alla possibilità che chiunque, tra le persone a cui vogliamo bene, possa diventare vittima dell’ossessione e della disinformazione nei confronti del sistema sanitario. Significa, in ultimo, capire che “famiglia” non ha lo stesso significato per tutti, come dice la stessa Rachel nel podcast. “It can be both a coccoon and a trap”. (Può essere contemporaneamente un nido e una trappola)
🎧 Consigli di ascolto: non ne ho di particolari se non: ascoltatelo.
🧁 Bonus: Nancy Updike, oltre a essere una talentuosa e rispettata giornalista, è anche la moglie di Dan, protagonista dell’episodio #46 di Heavyweight che, lo sapete, è il nostro podcast preferito.
Linea Bianca, Natalie Norma Fella per 47|04 🇮🇹
Vivendo in Europa è facile dimenticarsi dell’esistenza di quelle linee piuttosto arbitrarie che sono i confini, solchi tracciati sulle mappe che spesso attraversiamo senza prestar loro alcuna attenzione. Ma non è sempre stato così. Come ci ricorda quotidianamente quel che accade ormai da mesi qualche centinaia di chilometri a est dal nostro paese, viviamo in un luogo e in un tempo particolari, un glitch del sistema in cui i confini sono al contempo stabili e porosi, definiti e dimenticabili.
Linea Bianca ci riporta indietro nel tempo a quel momento in cui, dopo la devastazione della Seconda Guerra Mondiale, politici e politicanti si sono seduti intorno a un tavolo per tracciare il nuovo assetto geografico del nostro continente e decidere, nel caso della storia raccontata in questo podcast, di quale nazione dovesse fare parte Gorizia. Per chi come il sottoscritto ha saltato qualche lezione di storia vi lascio qui uno striminzito riassunto. È il 1 Maggio 1945 e le formazioni naziste si ritirano da Gorizia, la zona liminale che divide e al contempo unisce l’Italia con quella che all’epoca è ancora Jugoslavia.
Si scatena una corsa tra le truppe del Maresciallo Tito e l’esercito alleato per riempire il vuoto lasciato dagli occupanti, con l’idea che i primi ad arrivare potranno rivendicare la città come parte del loro territorio durante i trattati di pace. Semplificando moltissimo, in quel periodo Gorizia era una città in cui convivevano più o meno pacificamente italiani e sloveni. Da lì in poi le cose cambieranno, lasciando nella città e nella sua popolazione una profonda cicatrice, una frontiera che è al contempo esterna e interna.
Nelle quattro puntate di Linea Bianca, Natalie Norma Fella ripercorre i fatti che vanno dalla fine della guerra ai giorni in cui un confine viene effettivamente tracciato, tagliando a metà terreni, strade, piazze e addirittura un piccolo cimitero. Il racconto della Storia si appoggia sul gigantesco archivio di interviste raccolte negli ultimi vent’anni da Alessandro Cattonar, il presidente dell’associazione culturale che ha voluto questo podcast, animando Gorizia e le sue contraddizioni attraverso le storie di chi ha vissuto sulla propria pelle il difficile dopoguerra della città. A far da collante al tutto, lo splendido lavoro di scrittura con cui Norma Fella riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore, intrecciando con leggerezza il racconto storico con quello personale grazie a una elegante punteggiatura fatta di cenni di archeologia architettonica, mistica cittadina ed epressioni dialettali. Ammirevole anche il lavoro fatto sulle musiche che accompagnano il podcast dalla canadese Marie-Hélène Massy Emond, create quasi interamente a partire da registrazioni ambientali effettuate in città.
Linea Bianca è un lavoro traboccante d’amore, in cui Gorizia e le sue irriconciliabili complessità prendono vita dentro le nostre orecchie. A tratti si ha quasi l’impressione che la città si faccia carne e ci confessi il suo difficile passato tramite il lavoro di Norma Fella e compagni, riportando a galla un pezzo della nostra Storia troppo spesso dimenticato e obbligandoci a chiederci come ci prendiamo cura delle ferite e delle cicatrici che costellano le nostre storie, siano esse private o collettive.
🎧 Consigli di ascolto: più che darvi un consiglio, ci tenevo a dirvi che nel quarto episodio vi toccherà commuovervi un pochino.
🧁 Bonus: Gorica e Nova Gorica (la sua gemella slovena) saranno Capitali Europee della Cultura del 2025. Uno dei meritevoli propositi di questo podcast è che in vista di questo evento si possa tornare a parlare e conoscere la storia di questo territorio
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
Gioiamo con voi per l’attesa uscita della terza stagione di C’è Vita nel Grande Nulla Agricolo, uno dei nostri podcast del cuore.
È uscito il fantasmagorico programma del Lucia Festival di cui siamo orgogliosamente media partner. Dal 9 all’11 dicembre ci trovate ad ascoltare cose bellissime a Firenze insieme a un sacco di gente bella e amorevole.
Sta uscendo un sacco di roba interessante di questi tempi specialmente in italiano. Dateci tempo e arriviamo dovunque.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo