Ciao Orecchiabilinə,
siamo tornati da qualche giorno dal Lucia Festival e abbiamo ancora il sorriso stampato in faccia per la quantità di persone belle e amorevoli di cui è fatto questo piccolo mondo dell’audio. Già da questo numero, e per i prossimi a venire, troverete consigli di ascolto ispirati anche a quello che abbiamo ascoltato durante il festival.
Tornando alle cose orecchiabili, vi ricordiamo che potete sostenerci comprando una delle nostre fantastiche magliette o invitando calorosamente amici e parenti a iscriversi a Orecchiabile. Promettiamo di provare a convincere gli scettici con tutte le nostre forze di imbrattacarte infervorati dal sacro amore dell’audio.
Ma bando alle ciance. Nel numero odierno Giacomo vi porta in un Afghanistan fatto di palloni da calcio e fughe rocambolesche con Zaynab, mentre Chiara se ne va a zonzo tra le rapine in banca di Io ero il Milanese e ne approfitta per ardite analisi sulla rappresentazione teatrale dei podcast. Tra una cosa e l’altra trovate le normali stranezze di STRANO Podcast e il consiglio di una cosa bella da fare a Bologna questo fine settimana.
Pronti, partenza, play!
Zaynab, Liberti/Poeta per Internazionale 🇮🇹
Quando ero ancora uno studente, tra i miei compagni di corso c’era Mariam, una ragazza afghana che, grazie ai suoi racconti mi ha portato in un Afghanistan diverso da quello che la mia limitata immaginazione di occidentale poteva concepire: un paese in cui, nonostante le enormi difficoltà, non c’erano solo violenza, povertà e desolazione, ma anche la speranza e la vitalità di una nuova generazione di giovani donne che potevano sognare di prendere in mano i loro destini e, nel caso di Mariam, mettersi in gioco in prima persona per costruire un Afghanistan moderno. Qualcosa di simile è successo a Stefano Liberti quando nel 2016 si è imbattuto nel Bastan Football Club, la squadra di calcio femminile della città di Herat, sempre in Afghanistan, e ha deciso di girarci sopra un bellissimo documentario insieme a Mario Poeta.
In quella squadra c’erano anche due sorelle, Zaynab e Maryam, portiere e difensore. Con loro Stefano e Mario stringono un rapporto speciale, continuando a sentirsi di tanto in tanto via Facebook per quei radi aggiornamenti su vita, sogni e risultati di calcio. Poi, nell’agosto del 2021 a Stefano arriva il seguente messaggio: “Hi sir, we are in trouble. Can you help us?”. Con la partenza del contingente NATO i talebani si sono ripresi l’Afghanistan e le donne afghane sono nuovamente costrette a vivere un’esistenza fatta di reclusione e poco altro. Basta partite di calcio, finiti i sogni di tournée internazionali, morti tutti gli scampoli di libertà di cui le ragazze si stavano faticosamente appropriando. Stefano e Mario si mettono subito all’opera per aiutare le giocatrici del Bastan a scappare dall’Afghanistan e trovare rifugio in Italia. Zaynab, senza fare ulteriori spoiler, è la storia di quello che succede a partire dal quel momento.
Come potete sagacemente intuire dai messaggi tra Jonathan Zenti (il direttore creativo di Zaynab) e gli autori del podcast, non tutto va come dovrebbe e la storia fa dei giri strani e inaspettati, tra tassisti spericolati, burocrazie traballanti e signorotti talebani alla ricerca del loro quarto d’ora di notorietà. Zaynab diventa così il racconto parallelo di due storie: da una parte ci sono le fughe di Maryam, Zaynab e le loro famiglie verso un luogo sicuro, dall’altro le (dis)avventure tra i talebani di Stefano e Mario. Il gruppo di lavoro scelto da Internazionale per raccontare questa storia è bravissimo a sfruttare gli accidenti del caso per infondere a Zaynab una doppia anima, riuscendo contemporaneamente a dare una voce alle sofferenze di chi si trova incastrato in uno Stato che non riconosce più e a portare alla luce i problemi e le contraddizioni dell’Afghanistan talebano.
Ad accompagnare le cinque puntate di Zaynab ci sono le splendide musiche di Tommaso Colliva (uno dei Calibro 35 per intenderci) e sapienti scelte di montaggio e narrazione. Tra le tante cose belle, ci tengo a sottolineare e applaudire il trattamento delle interviste fatte a Zaynab e Maryam, che vengono doppiate (dall’ottima Natalie Norma Fella di Linea Bianca) solamente in alcuni punti del podcast, mentre nei momenti più emotivi viene lasciato che siano le loro voci a far trasparire le emozioni che le attraversano, strizzando l’occhio a uno dei passaggi più intensi del podcast (no, non vi dico altro).
Zaynab è il raffinato esempio di come trattare materiali complicati con tatto ed eleganza, facendo sì che sia la storia a guidare la mano di chi la racconta e lasciando all’ascoltatore la libertà di ragionare con calma e senza preconcetti su quali siano le conclusioni da trarre da quello che passa attraverso i suoi canali uditivi.
🧁 Bonus: tornando al nerdismo radiofonico, qui trovate una recentissima puntata di Sound School Podcast del reverito Rob Rosenthal in cui si parla appunto di come trattare le interviste in lingua straniera e si loda come innovativa la scelta fatta NPR di non usare il doppiaggio. Per una volta siamo al passo con i tempi anche qui in Italia.
Questo numero di Orecchiabile vi arriva anche grazie all’amorevole supporto economico di Spreaker. Ve lo diciamo perché vogliamo essere il più trasparenti possibile e per rassicurarvi che, siccome teniamo molto a voi lettori, ci premuriamo di lavorare solo con persone belle che fanno cose che vale davvero la pena di ascoltare.
STRANO Podcast, Ame Ray 🇮🇹
Oggi torniamo sui nostri passi per consigliarvi ancora una volta STRANO, un podcast di cui avevamo parlato quando Orecchiabile era ancora un cucciolo di newsletter e che, per questo, potrebbe esser sfuggito a molti di voi.
STRANO è un podcast di chiacchiere in cui Ame Ray intervista persone che si sentono in qualche modo strane e che hanno usato la sensibilità emotiva che deriva da questo super-potere per creare cose belle, tra musica, fumetti, libri, film e, ovviamente, podcast. Più che un podcast, STRANO è un confortevole salotto per le orecchie, in cui sedersi ad ascoltare Ame e i suoi ospiti mentre le loro bizzarre conversazioni alternano momenti di grande intimità a serissime discussioni sulla possibilità di ricreare i dinosauri in laboratorio.
STRANO è un podcast realizzato con cura e amore, attraverso cui esplorare il vissuto di persone speciali, disposte a mettere a nudo pezzi della loro vita per chi ha voglia di starle a sentire. Ascoltandolo celebriamo laicamente l’intima importanza della stranezza e quella che, in fondo, è la sua normalità.
Io ero il Milanese, Mauro Pescio per RaiPlay Sound 🇮🇹
Tra le varie cose che abbiamo ascoltato al Lucia Festival c’è stata anche una splendida masterclass della producer danese Nanna Hauge Kristensen, in cui, tra le altre cose, si è parlato di come una vicenda interessante diventi una storia a tutti gli effetti solamente se dall’altro lato del microfono si trova una persona che abbia voglia e capacità di raccontarla. Non sempre questo accade, vuoi per reticenza, vuoi perché chi parla non riesce a mettere insieme i pezzi della propria vita in maniera coerente. Così, il lavoro di un giornalista, di un autore o di un podcaster, diventa quello di saper individuare non solo una storia interessante ma anche la persona giusta che la sappia raccontare.
Per Mauro Pescio, con Io ero il Milanese, è andata al rovescio: è la storia che lo ha cercato, nella fattispecie attraverso Ornella Favero, la direttrice della redazione di Ristretti Orizzonti, una rivista del carcere di Padova, che lo ha chiamato per avvisarlo della storia più incredibile che le sia mai capitato di vedere in vent’anni di carriera: Lorenzo S., rapinatore seriale trentaseienne con davanti altrettanti anni di carcere è improvvisamente libero grazie a una richiesta di ricalcolo della pena.
Pescio risponde alla chiamata e inizia a intervistare Lorenzo S. che si racconta nei minimi dettagli, regalandoci aneddoti e particolari della sua fascinosa vita di rapinatore e di tutto quello che gli è successo prima, durante e dopo la sua carriera criminale. Le storie di Lorenzo S. sono ricche di imprese che sembrano prese di peso da una pellicola hollywoodiana e che rendono impossibile non immedesimarsi, trascinando l’incensurato ascoltatore in un vortice di rapine, latitanza e macchine costose. Lorenzo S. ha la grande capacità di raccontare la sua vita, è lui che dice a Pescio quando possono iniziare e quando possono finire, di cosa devono parlare e di cosa parleranno. Lorenzo S. è allo stesso tempo Virgilio e Dante mentre vaga insieme a Pescio nell’inferno della sua vita. È così che una vicenda incredibile diventa una storia appassionante, ricca di dettagli, di colpi di scena e di coincidenze che sembrano quasi fiction.
A Pescio resta l’arduo compito di decidere cosa tagliare, mettendo insieme i pezzi e cercando di restare il più fedele possibile a quello che Lorenzo S. vuole dirci. Nel podcast Pescio si posiziona fin da subito come colui che ha solamente il ruolo di ascoltare e tramandare cosa Lorenzo S. ha da dire, sebbene in alcuni momenti l’entusiasmo e la sorpresa per la storia che si trova a raccontare sembrino quasi costringerlo ad aggiungere le sue osservazioni e reazioni a quello che stiamo ascoltando. Io ero il Milanese è un diario intimo raccontato ad alta voce, un lavoro di riflessione su sé stessi a microfono aperto capace di emozionare chiunque ascolti, con le corde vocali di Lorenzo S. che riverberano nelle orecchie.
🎧 Consigli di ascolto: il podcast è lungo e denso di storie e aneddoti e vale la pena di essere assaporato con diverse sessioni di full immersion. Ho ascoltato Io ero il Milanese mentre ero in macchina, a più riprese, che per me è l’occasione per immergermi davvero in una storia. Consiglio di fare altrettanto, senza perdere di vista la strada però eh! Ah, e procuratevi l’app di Raiplay Sound, il podcast è disponibile solamente lì (o sulla versione web).
🧁 Bonus: il podcast è uscito ormai da parecchio e ha raggiunto un discreto successo, non ha di certo bisogno della nostra promozione. Il motivo per cui ve ne parlo proprio ora è perché abbiamo assistito allo spettacolo live del podcast in una sorta di riadattamento teatrale in cui Pescio alterna la sua voce a quella, registrata, di Lorenzo S., accompagnata da illustrazioni. Nello spettacolo Pescio esce dal ruolo di ascoltatore, che si dà nel podcast, ed entra nel ruolo di narratore. Racconta, in un’ora abbondante, l’intera vicenda di Lorenzo S. in maniera più asciutta e impersonale rispetto a quello che accade nel podcast. Non abbiamo trovato online informazioni su se e quando sarà possibile assistere allo spettacolo dal vivo del podcast. Nel dubbio, seguite Mauro Pescio e intanto ascoltatevi la registrazione live del debutto dello spettacolo al Prix Italia lo scorso ottobre. Rigorosamente dopo aver ascoltato il podcast.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
Se siete a Bologna e dintorni questa domenica non perdetevi Turn On Your Ears degli amici di Altre Velocità. Una giornata intera di seminari, chiacchiere e ascolti intorno all’audio-fiction e al teatro per sole orecchie con ospiti fantastici e tanto amore.
Sono uscite centoventicinque classifiche dei migliori podcast dell’anno. Noi non le facciamo, ma se siete dei feticisti del genere qui potete trovare quella del benemerito Nick Quah, la nostra stella polare delle newsletter (spoiler: dei primi tre vi abbiamo già parlato e altri della lista arriveranno a breve).
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo