Di identità e magliette bellissime
Le recensioni di “Malafemmina” e “Shamailang” e una t-shirt per le orecchie
Ciao Orecchiabilinə,
non sappiamo bene come sia potuto accadere, ma siamo già a dicembre, un mese pieno di vini speziati e croccante merchandising. Se per la nostra linea di vin brulé ci stiamo ancora attrezzando, abbiamo finalmente partorito (grazie alla amorevole pazienza di Giulia Sagramola e al supporto degli amici di Troppa Trama) una splendida maglietta Orecchiabile, per darvi modo di sfoggiare in giro tutto il vostro amore per podcast e affini.
Il pre-order per poter avere tanta beltade nelle vostre casette è aperto fino all’11 dicembre. Siamo praticamente certi che tutto questo ben di dio potrebbe non arrivare nelle vostre casette prima di Natale, ma possiamo garantirvi una Befana griffata Orecchiabile.
Finito il momento Mondialcasa, torniamo alle cose importanti e andiamo a impantanarci con gioia in complicati discorsi sull’identità con i podcast di oggi: Giacomo vi parlerà con trasporto di una Roma un po’ bohème e di amicizie improbabili con Malafemmina, mentre Chiara vi porterà in un viaggio sul filo dei tessuti tra Italia e Afghanistan con Shamailang. Come intermezzo, la giusta spolverata d’amore per una cosa che entrambi amiamo: il Lucia Festival.
Pronti, partenza, play!
Malafemmina, Chloé Barreau per Storytel 🇮🇹
Malafemmina è il racconto dell’amicizia a prima vista scoccata tra Chloé Barreau, una regista francese figlia di un prete che ha rinunciato ai voti per amore, e Lilith Primavera, un’artista multiforme che attraversa le notti di Roma-Est con la sua densa chioma di riccioli neri. Il fatal incontro avviene sul set di uno spot per Non Una di Meno, quando Lilith appare dentro la macchina da presa di Chloé, ammaliandola e trascinandola in un mondo nuovo. È attraverso Lilith che Chloé, voce e autrice del podcast, scopre una Roma popolata di ribelli e sconfitti, anime libere che hanno scelto di vivere vite lontane dagli stereotipi borghesi, trasformando il Pigneto e dintorni in uno dei centri di produzione culturale più interessanti della nostrapenisola. Al centro di questo magma creativo si muove Lilith, una donna che ha conquistato la propria identità attraverso un complicato cammino di scoperta, scegliendo chi essere e che forma dare al proprio corpo.
I primi tre episodi di Malafemmina scorrono così con Chloé a inseguire Lilith tra scanzonati karaoke, racconti di amori perduti e il vasto campionario di “sgongati” che rendono la parte orientale della Capitale un posto speciale. Il racconto procede attraverso una giustapposizione di scene e frammenti audio, rifiutando di forzare il materiale nella classica struttura narrativa tutta serialità e coerenza cronologica e dando così a chi ascolta l’impressione di fare organicamente la conoscenza di Lilith insieme all’autrice. Nel quarto e ultimo episodio, Lilith si apre e, con un sottile cambio di tono, racconta agli amici fidati (Chloé e gli ascoltatori tutti) la sua sofferta storia personale, fatta di traumi, scelte e transizioni. Una storia forte e necessaria, riassunta in pochi toccanti minuti, che l’ha portata a scegliere la sua identità, accettandone i difetti e capendone la dirompente forza.
Malafemmina è tante cose. È un’educazione sentimentale fatta di ribellioni, affermazioni e tanto amore. È il racconto collettivo di una Roma libera e liberatoria. È il diario sonoro del viaggio di un’autrice alla scoperta di se stessa. È la storia di una profonda quanto improbabile amicizia. Ma soprattutto, è un podcast bellissimo e un ottimo modo per spendere due ore delle vostre vite.
🎧 Consigli di ascolto: Malafemmina è un podcast originale Storytel, una piattaforma a pagamento in cui potete trovare un numero spropositato di audiolibri e podcast. Siccome vogliamo bene sia a voi che a Malafemmina, in occasione di questa recensione abbiamo fatto un accordo con Storytel: cliccando qui potrete provarlo gratuitamente per 30 giorni. Non ci sono costi nascosti o strane gabole e Orecchiabile non ci guadagna niente, se non il rendere più felici le vostre orecchie.
🧁 Bonus: Malafemmina è uscito ormai un paio di anni fa ed è passato un po’ sotto silenzio. Da quando l’ho scoperto grazie a un messaggio della sua autrice, ho iniziato a cantarne le lodi a chiunque mi chiedesse “cosa hai ascoltato di bello recentemente?”. Così tanto che le Radio Papesse, incredibilmente, mi hanno dato retta e non solo hanno ascoltato Malafemmina, ma l’hanno pure infilato nel programma del Lucia Festival.
Lucia Festival - 9/10/11 dicembre, Firenze
Se leggete questa newsletter possiamo dare per assodato che vi piaccia emozionarvi ascoltando lavori audio fatti con tutti i crismi. Allora perché non farlo in compagnia, curiosando tra quello che di meglio il mondo dell’audio internazionale ha da offrire?
Ecco, in questo piccolo intermezzo di pubblicità volontaria e non retribuita, ci prendiamo la briga di segnalarvi una delle cose più belle che succedono in Italia per quelli come noi: il Lucia Festival.
Tra una decina di giorni Firenze si riempie per un finesettimana di persone e ascolti bellissimi e sorprendenti. Potremmo metterci qui a snocciolare il programma, facendo nomi e raccontandovi quanto incredibili e importanti siano i lavori che ascolteremo quest’anno, ma questo lo trovate già tutto fatto in maniera più professionale e graficamente accattivante sul sito del festival.
Quello che invece ci sentiamo di dirvi è che sedersi in una sala con le orecchie drizzate mentre sullo schermo passano sottotitoli che, magicamente, permettono di godersi uno splendido podcast olandese che mai e poi mai avreste ascoltato, beh, è una delle cose più belle al mondo.
Ci crediamo così tanto, che quest’anno siano pure media partner del festival, che poi altro non vuol dire che facciamo un tifo sfegatato perché vengano tantissime persone a goderselo. E l’ingresso è gratuito!
Ci vediamo li?
Shamailang, a cura di Martina Melilli e Botafuego 🇮🇹
Shamailang è un audio-documentario in cinque puntate che racconta la storia di Roger Sciama, un ingegnere tessile che si improvvisa commerciante e finisce poi per diventare il referente di tutto l’import-export sulla tratta Italia-Afghanistan tra gli anni cinquanta e sessanta. Oltre a un percorso imprenditoriale che ha dell’incredibile, la particolarità di Sciama, è quella di possedere multiple identità culturali, religiose, storiche e geografiche. Roger, infatti, è ebreo, nasce in Egitto da genitori di origine siriana e possiede un passaporto italiano. Come trattenersi dal raccontare la sua vita?
La base portante di questo audio documentario è un’intervista raccolta dalla fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) che Martina Melilli, voce e curatrice del progetto insieme a Botafuego, usa per tracciare una mappa immaginaria di tutti gli spostamenti di Sciama. È così che il racconto autobiografico diventa il tramite attraverso cui raccontare la sua inevitabile incapacità di appartenere a una sola delle identità che possiede: quando si trova in Pakistan per lavoro viene accolto perché italiano, quando arriva in Afghanistan per intraprendere la sua carriera di import-export viene considerato affidabile professionalmente per il suo essere ebreo e quando deciderà di sposarsi, troverà l’amore in Egitto. La storia di Sciama diventa così lo spunto per riflettere su come sia impossibile circoscrivere l’identità di un individuo dentro confini precisi e su come non si possa stabilire in maniera netta il diritto di appartenenza ad una nazione o una cultura specifica.
E non finisce qui: la vita personale e professionale di Roger Sciama si intreccia con la “Grande Storia” e con le dinamiche geopolitiche del tempo: negli anni che vanno dalla seconda guerra mondiale fino alla guerra fredda, Sciama si sposta tra l’Italia e il medio-oriente portandoci con lui tra le pieghe di una storia di segno opposto a quella eurocentrica a cui siamo abituati. Mi sono più volte ritrovata a stupirmi di quanto epoche storiche che associamo in maniera così netta a certe vicende occidentali, abbiano visto storie altrettanto ricche di avvenimenti importanti in luoghi lontani dalla vecchia Europa.. Ho scoperto così della grande migrazione di italiani verso il Pakistan per ragioni legate all’industria tessile e di come le vite di famiglie e popoli interi siano state condizionate da eventi come la chiusura del canale di Suez e la fondazione dello Stato di Israele.
Ascoltando Shamailang e le avventure del suo protagonista ci troviamo quindi di fronte alla doppia possibilità di riflettere su questioni identitarie e di farefare i conti con l’eurocentrismo che ci pervade, aiutandoci a essere un po’ meno miopi in questi tempi complicati.
🎧 Consigli di ascolto lettura: per una volta facciamo i seri e vi consigliamo la lettura del saggio La doppia assenza di Abdelmalek Sayad per approfondire questioni a metà e migrazioni
🧁 Bonus: manco a farlo apposta, Martina Melilli e Botafuego saranno al Lucia Festival con il lavoro vincitore dello scorso Premio Lucia. Giuriamo che quando abbiamo scelto il podcast non ce ne siamo accorti.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo