Di indagini, strani figuri e scrittrici misconosciute
Le recensioni “Wild Boys”, “Mis(S)conosciute” e “Indagini”
Ciao Orecchiabilinə,
siamo ancora qua con gli occhi a cuoricino pensando a quanto è stato bello vedere alcunə di voi a Bologna un paio di settimane fa, parlare di podcast e ascoltarne un po’ insieme. Ci siamo divertiti così tanto che abbiamo deciso di replicare. Nell’attesa che noi si arrivi in tutte le città d’Italia, ci si incontra più o meno una volta al mese, sempre a Bologna, sempre da ZOO. Il prossimo appuntamento è per giovedì 13 ottobre insieme a Jonathan Zenti, il Gargamella del podcasting italiano e il novello autore di Problemi. Una guida per capire «l'assurdità» del presente. Con Zenti ripercorreremo parte del suo viaggio sonoro, parleremo dei suoi podcast di culto (Meat e Problemi) e di come un autore di audio diventa scrittore. La partecipazione all’evento è gratuita, ma sarebbe molto carino se poteste registrarvi a questo link.
Ma bando alle ciance, noi continuiamo imperterriti ad ascoltare cose e a recensirle per voi. Immaginateci come quegli amici troppo prolissi che vi mandano messaggi lunghissimi per dirvi la loro opinione spesso non richiesta. In questo numero Chiara torna a occupare la quota true crime del nostro incredibile duo parlandovi di Indagini, mentre Giacomo si mette la toppa dei Goonies sulla giacchetta di jeans e vi porta con Wild Boys all’avventura dentro uno storto mistero canadese. A pulirvi il palato tra una portata e l’altra ci pensa Mis(S)conosciute, con il suo carico di scrittrici ingiustamente dimenticate.
Pronti, partenza, play!
Indagini, Stefano Nazzi, Il Post 🇮🇹
Assuefazione è la parola che, dopo anni di fruizione, associo al mio interesse per la cronaca nera. Divorando contenuti che ne parlano, mi sono avvicinata ai podcast e, quando documentari, serie tv e libri non erano più abbastanza, ho iniziato con Serial e non ho più smesso con il true crime in formato audio. Mi sono ritrovata, così, assuefatta non tanto alle “emozioni forti” del genere, quanto al modo in cui certe vicende vengono raccontate, calcando molto la mano sulla narrativizzazione dei personaggi e sulla suspence. Per questo motivo, è ormai raro che un nuovo contenuto appartenente a questo genere mi entusiasmi. Poi è uscito Indagini e mi sono trovata ad aspettare l’uscita mensile delle nuove puntate. Le divoro, mi prendo due o tre giorni per smaltire la botta e poi ricomincio a fare il conto alla rovescia. Così, in loop, ogni mese.
Indagini è il podcast de Il Post che, con due episodi a cadenza mensile, spiega casi di cronaca nera più o meno noti avvenuti in Italia negli ultimi anni. A raccontarli c’è Stefano Nazzi, giornalista specializzato in cronaca nera e giudiziaria. Dal delitto di Cogne fino alla strage di Erba passando per casi meno noti come quello di Elisa Claps o “oscuri” come quello delle Bestie di Satana, Indagini si è affermato in poco tempo come IL podcast true crime in Italia.
La formula è tanto semplice quanto efficace: Nazzi sceglie una vicenda, la introduce con un paio di dettagli salienti, per poi iniziare a raccontarla dal principio. Come nel tour guidato di un museo indica via via all’ascoltatore il percorso da compiere attraverso le “stanze” del delitto, per arrivare con ordine in fondo al caso di cui ci si sta occupando. Insieme alla sua funzionale semplicità, ci sono due fattori che rendono impossibile smettere di ascoltare indagini.
Il primo è che fino a qui Nazzi ha scelto tutte storie abbastanza conosciute, accomunate dall’essere state fagocitate e poi rigurgitate dai media. Molte, oltretutto, sono diventate anche fonte di meme o modi di dire come il “Ho stato io con il trattore” detto da Michele Misseri durante le indagini sulla morte di Sarah Scazzi, o la pioggia di meme su Rosa e Olindo e su Anna Maria Franzoni. Per non parlare poi di vicende come quelle di Unabomber e delle Bestie di Satana, che tutti hanno sentito nominare, ma che conosciamo in maniera del tutto superficiale. Ecco, Nazzi prende queste storie e le ricolloca al loro posto, permettendo all’ascoltatore di mettere in ordinata fila tutti i dettagli che le indagini hanno portato alla luce: veniamo quindi a conoscenza delle vite delle persone coinvolte, del ruolo degli investigatori, dei giudici, degli avvocati. Nazzi eccelle nell’estrapolare queste informazioni dal contesto mediatico, spiegando solo in un secondo momento come e perché ci sono entrate.
Il secondo fattore che inchioda l’ascoltatore alle cuffie, è forse quello più difficile da descrivere e che accomuna lo stile narrativo de Il Post tutto: una voce senza particolare inflessione, quella di Nazzi, ma non per questo asettica o impersonale, anzi molto riconoscibile, viaggia spedita e sicura grazie a una scrittura impeccabile, al punto che non si capisce più se la bravura stia nel saper parlare come un testo scritto, o scrivere testi come se si stesse parlando. Con minuziosa moderazione la narrazione tiene l’ascoltatore incollato al sedile delle montagne russe di certi casi giudiziari, accompagnandolo in un saliscendi di colpi di scena, immaginari facepalm per gli errori fatti nelle indagini, involontarie espressioni di disgusto per certi dettagli viscidi, beceri e sconvolgenti che la cronaca giudiziaria porta a galla. Il tutto, senza mai strafare, strabordare o esagerare.
Ultimo particolare a contribuire alla riuscita del podcast, è il sound design i cui suoni creano un’atmosfera a metà tra i programmi tv italiani in seconda serata dedicati alla cronaca nera, e quelli più moderni dei podcast true crime d’oltreoceano.
🎧 Consigli di ascolto: questo è uno di quei podcast che potete iniziare ad ascoltare mentre state facendo altro ma sappiate che a un certo punto smetterete di farlo. Quindi magari non fatelo mentre state cuocendo qualcosa di molto complicato o mentre guidate o cose così. Ascoltate responsabilmente.
🧁 Bonus: Stefano Nazzi è autore di Kronaka, un’inchiesta giornalistica su otto storie di cronaca nera avvenute negli ultimi anni nel nord Italia. Si parte da Garlasco e si arriva a Gorgo (Treviso), passando per Somma Lombardo (Varese), Como, Chiavenna (Sondrio), Milano, Leno (Brescia) e Verona. Io non l’ho ancora letto ma l’ho già ordinato in libreria.
🧁 Ri-Bonus: Indagini può vantarsi di essere uno dei pochi podcast italiani usati per “memare” su TikTok e Instagram, tutto grazie a Turbopaolo.
Questo numero di Orecchiabile vi arriva anche grazie all’amorevole supporto economico di Spreaker. Ve lo diciamo perché vogliamo essere il più trasparenti possibile e per rassicurarvi che, siccome teniamo molto a voi lettori, ci premuriamo di lavorare solo con persone belle che fanno cose che vale davvero la pena di ascoltare.
Mis(S)conosciute, Morelli / Schito / Scognamiglio
Dovete sapere che quando che i vostri scrittori di newsletter preferiti si sono dati per la prima volta appuntamento davanti a uno schiumoso boccale birra non è di podcast che hanno parlato, ma di libri. Dopo le prime chiacchiere di circostanza, i semi dell’amicizia da cui è germogliato Orecchiabile (oggi siamo romantici) sono stati gettati dal comune amore per Gadda, Franzen e Winslow.
Ci piace pensare che qualcosa di simile sia successo alle autrici di Mis(S)conosciute, il podcast letterario che il Prime Program di Spreaker ci ha chiesto di portare alle vostre orecchie quest’oggi. Con una grossa differenza. Mentre noi ci si gingillava con le parole di famosi scrittori masculi, il trio Morelli-Schito-Scognamiglio è andato alla ricerca di autrici che, nonostante l’indiscussa qualità dei loro scritti, sono state troppo in fretta dimenticate e messe da parte. In ogni puntata di Mis(S)conosciute l’ascoltatore viene accompagnato nella vita e nelle parole di una di loro, imparando a conoscerle e a capirle.
Mis(S)conosciute è un lavoro traboccante di amore, con puntate che escono senza una vera periodicità e solo dopo mesi di forsennate cacce a libri fuori catalogo e appassionate ricerche. Ascoltando questo podcast è impossibile non farsi contagiare dalla passione di chi se ne prende cura. Vi basteranno un paio di ascolti per trovarvi a correre in una piccola e amabilmente polverosa libreria con una lunga lista della spesa sottomano.
Chameleon: Wild Boys, Campside Media 🇨🇦
Da ragazzino passavo le mie vacanze in un piccolo paese dell’entroterra ligure. La prima parte dell’estate era inevitabilmente occupata da ore spese a osservare con una certa diffidenza l’arrivo dei nuovi villeggianti, cercando di carpire più informazioni possibili dal loro aspetto e dai loro modi di fare.
Questo è più o meno quello che è successo all’intero paese di Vernon, un posto sperduto in qualche angolo del Canada, quando due strani adolescenti hanno iniziato a gironzolare apparentemente senza scopo intorno all’alimentari della zona. I due dicono di venire dai boschi e di non aver mai visto la civiltà e tutte le sue meraviglie tecnologiche prima di allora. Sono altissimi, magrissimi e sembrano essere interessati solamente a mangiare enormi quantità di frutta.
Passata l’iniziale fase di studio, il paese decide con estrema generosità di adottare questo strambo duo, dando il la a una storia che porterà Vernon e i suoi nuovi selvatici abitanti all’attenzione delle cronache internazionali. È da qui che parte Wild Boys, la terza stagione di Chameleon, un atipico podcast true crime che riesce ad evitare gli stereotipi del genere occupandosi di “casi” distanti dal classico accrocchio di cadaveri e ansia a cui siamo abituati.
In linea con l’approccio del podcast, la narrazione di Wild Boys è piuttosto asciutta e procede seguendo in maniera cronologica l’avvenire degli eventi, senza mai dare l’impressione di voler creare forzati momenti di tensione all’interno del racconto. D’altronde la storia di Will e Kyle, questo il nome dei due “ragazzi selvaggi”, è talmente assurda e piena di inaspettate giravolte che non si sente davvero il bisogno di “sporcarla” con un montaggio fantasioso (o di raccontarvi qualcosa di più in questa recensione, rovinandovi tutte le sorprese che vi attendono).
Il podcast si divide in due parti da quattro episodi l’una. Nella prima seguiamo gli eventi per come si sono svolti per i cittadini di Vernon. Nella seconda abbiamo invece l’inconsueta opportunità di capire cosa Will e Kyle stessero effettivamente pensando mentre intorno a loro succedeva di tutto, soddisfacendo così tutte, ma proprio tutte, le domande che vorremmo mai porci su questo caso.
Wild Boys è scritto e raccontato da Sam Mullins, uno scrittore canadese originario proprio di Vernon, che all’epoca dei fatti aveva all’incirca la stessa età dei nostri due protagonisti. Grazie alla sua familiarità con luoghi e abitanti, Mullins è riuscito a intervistare un variopinto numero di “vernoniani’, raccogliendo le loro opinioni e permettendoci di osservare la vicenda e il clamore mediatico che ne è seguito attraverso un caleidoscopio di punti di vista.
Intrigante come solo uno sconclusionato caso di cronaca può essere, Wild Boys è il perfetto podcast per chi, orfano di un certo cinema di fine anni novanta, è alla ricerca di una misteriosa avventura in cui tuffarsi senza respiro (e senza la paura di trovarsi un cadavere sull’uscio).
🎧 Consigli di ascolto: il feed di Chameleon è un po’ incasinato. Dovrete leggere attentamente i titoli degli episodi per capire dove inizi e dove finisca Wild Boys. Inoltre tra la prima e la seconda parte c’è una puntata (la cinque) che aveva il solo scopo di lasciare ai produttori il tempo di montare il nuovo materiale. Potete tranquillamente evitarla.
🧁 Bonus: quando avrete finito il podcast vorrete cliccare su questo profilo Instagram. Non fatelo prima o vi rovinerete tutto l’ascolto. Per davvero.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
In un periodo in cui, purtroppo, i tiranni sembrano andare di gran moda, possiamo consolarci ascoltando la seconda stagione di Tyranny, il podcast tutto italiano che racconta le loro vite ridendoci su.
Nel mondo della musica italiana i Verdena occupano un posto strano, galleggiando da ormai vent'anni in quel limbo a metà tra mainstream e indie. È dalla storia del loro primo album che in questi giorni è ripartito anche Venticinque, il podcast che racconta la storia di venticinque anni di musica italiana.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo