Ciao Orecchiabilinə,
qui dal quartier generale del duo più stanco d’Europa. Come forse avrete notato negli ultimi tempi abbiamo un po’ allentato la presa, diradando le nostre uscite e la nostra presenza sui social. Siamo arrivati all’estate un po’ cotti, per cui abbiamo deciso di prenderci una pausa estiva e di tornare nelle vostre caselle di posta a settembre. Prima di farlo però ci sembra giusto fare il nostro dovere e lasciarvi con due podcast estivi, da portarvi dietro nelle vostre peregrinazioni alla ricerca di un po’ di frescura.
Seguite quindi Giacomo nei deserti della California con Dreamtown, un podcast che, in fondo, non parla di nulla e che proprio per questo è bellissimo. Se invece gli Stati Uniti non fanno per voi, potete dirigere le vostre orecchie verso l’Italia con Chiara e Certe Estati, il podcast sulla stagione più raccontata di sempe, di Giulia Cavaliere.
Pronti, partenza, play!
Certe Estati, Giulia Cavaliere, Chora Media 🇮🇹
Nell’immaginario collettivo l’estate è fatta di spiagge affollate, jukebox, iconiche pubblicità dei gelati (Stefano Accorsi mi senti?), amori nati e poi finiti, feste e divertimento. Tutto questo la rende un periodo da sempre carico di mille aspettative, che monopolizzano conversazioni e pensieri mentre l’asfalto si scioglie. C’è chi ci tiene a farci sapere che la odia, chi invece la ama, chi scompare tra una vacanza in barca e una in montagna e chi si chiude in casa al buio con il ventilatore. È come una lunghissima, infinita vacanza natalizia, in cui la vita sembra rallentare e i problemi vengono affogati in bagni di sudore. Qualsiasi sia il modo in cui si voglia descriverli, questi tre mesi scarsi di elevate temperature che toccano l’emisfero boreale sono da sempre anche un potente pretesto narrativo.
In Certe Estati Giulia Cavaliere racconta di quell’affascinante intreccio di mitologia sociale, nostalgia canaglia e cultura musicale su cui si fonda il concetto stesso di estate, che diventa il pretesto per indagare cosa si annida nei ricordi di chi appartiene, o in alcuni casi ha contribuito a creare, la cultura popolare italiana. In ogni puntata Cavaliere, che di professione fa la giornalista musicale, racconta dualismi e contrasti che rendono l’estate la stagione più affascinante, e lo fa mescolando il suo eccellente modo di raccontare la musica con un’accogliente atmosfera da serata a casa di amici in cui i suoi ospiti possono accomodarsi con agio.
Ogni episodio ha al suo centro un immaginario 45 giri, o singolo per i più giovani, composto da due grandi hit del passato che Cavaliere sceglie insieme ai vari ospiti con cui condivide uno sguardo, una prospettiva, un amore specifico per l’immaginario estivo italiano e le sue trasformazioni nei decenni. Il podcast è promosso da Calzedonia, ma non per questo lo definirei un contenuto branded: ascoltando Certe Estati non si ha mai la percezione di avere tra le orecchie un contenuto meramente pubblicitario. Questo è certamente dovuto alla scelta intelligente di dare all’host ampio margine nel racconto contribuendo con successo ad alimentare la poesia con cui gli italiani si vivono quell’equazione mentale quasi scontata: estate = mare = costume da bagno.
Giulia Cavaliere, non nuova al formato audio, eccelle per la sua capacità di raccontare la musica nel contesto in cui viene fruita, riempendo l’analisi più pura e tecnica con aneddoti, commistioni con il cinema o la letteratura e plasmando davanti agli occhi di chi ascolta quel mondo colorato, vivace e al tempo stesso nostalgico che è, per un italiano, starsene sotto un ombrellone a leggere, o fare una gita in barca o, ancora, ballare fino all’alba su di uno stabilimento balneare come «figli delle stelle».
🎧 Consigli di ascolto: non so se si può definire un consiglio ma io l’ho ascoltato lunga sul letto a quattro di spade con un ventilatore puntato addosso e le serrande abbassate per non far entrare il caldo. Mi ha aiutato a ricordare le cose belle di questa stagione.
Dreamtown, The Story of Adelanto, David Weinberg, Crooked Media 🇺🇸
Ogni estate mi piace trascinare la mia paziente metà in uno dei miei famigerati “itinerari alla cazzo di cane”, per gli amici IACC®. La pianificazione di uno IACC® segue una precisa struttura. Si parte scegliendo un luogo di villeggiatura distante almeno settecentocinquanta chilometri da quello di residenza. Si procede con un setaccio forsennato di AirBnB alla ricerca di abitazioni pittoresche e a basso costo in paesini semi abitati. Si conclude con prenotazione selvaggia di suddette abitazioni, giustificando potenziali deviazioni di centinaia di chilometri con motivazioni come “dobbiamo per forza dormire in questo paese di 431 abitanti perché nel 1995 hanno vinto una puntata di Giochi Senza Frontiere”.
Negli anni, questo metodo scientifico mi ha portato a visitare alcune delle località più incredibili d’Italia, scoprendo la bellezza (a volte), le sagre (spesso) e le assurde storie (quasi sempre) di posti come Campo di Mele e Fiumefreddo Bruzio. Tutto questo per introdurvi a Dreamtown, The Story of Adelanto, un podcast dove gli IACC® incontrano la tradizione statunitense di raccontare storie piuttosto mondane di città completamente insignificanti, riuscendo nella magia di renderle morbosamente appassionati.
In Dreamtown David Weinberg (già autore diThe Superhero Complex) ci porta con lui nel deserto della California, per seguire la bislacca storia di una piccola cittadina che vive da decenni sull’orlo della bancarotta: Adelanto, la “citta dalle possibilità illimitate”.
Questa è la prima foto che mi è saltata fuori su Google; le altre non sono molto meglio.
Tra le illimitate possibilità che Adelanto e i suo cittadini possono cogliere, ci sono la scelta di eleggere come membro del consiglio comunale un ex-hippie dal folcloristico soprannome di “Bug” e la decisione di provare a risollevare la trista economia cittadina diventando una delle prime città californiane a legalizzare la coltivazione di marijuana. Il binomio Bug e ganja funziona benissimo per qualche mese, fino a quando l’FBI piomba in città e le cose iniziano ad andare a rotoli. Weinberg, host e autore del podcast, aveva inizialmente deciso di passare da Adelanto solo per realizzare un reportage sulla legalizzazione della cannabis e si trova invece catapultato in una storia di piccole corruzioni, strambi feudi cittadini e fantasticherie assortite (su tutte il mio personale eroe è un signore che si presenta a tutti i consigli comunali con un costume da clown per protestare contro il sindaco). Come succede ai migliori di noi, Weinberg si appassiona alle vicende di Adelanto e ne segue per anni le vicende, raccogliendo ore su ore di registrazioni con i protagonisti della sua vita politica.
Nei materiali promozionali Dreamtown viene presentato come un incrocio tra Breaking Bad e un House of Cards di provincia, con spruzzate di erba e agenti federali. In realtà non è nulla di tutto questo e il filone noir della vicenda si esaurisce dopo poche puntate. Quello che resta però è ancor più interessante: un distillato senza pretese di quello che succede intorno alla vita politica di una piccola cittadina, raccontato dalla viva voce di alcuni dei suoi più pittoreschi abitanti, in una versione radiofonica e realista del film che Wes Anderson vorrebbe girare se fosse appassionato di deserti statunitensi e del nuovo canale YouTube di Francesco Costa.
Dreamtown non vi lascerà con il fiato sospeso, non vi cambierà la vita e probabilmente nel giro di un anno o giù di lì vi sarete dimenticati di quasi tutte le vicende che animano questo podcast. Però. C’è un però. Sono abbastanza sicuro che Adelanto vi rimarrà nel cuore e che, quando vi troverete nel bar di una sconosciuta cittadina di provincia, non potrete fare a meno di pensare a tutte le piccole bellissime storie che si nascondono dietro la paciosa e annoiata facciata di quell’anziano che vi guarda un po’ storto mentre sorseggia la sua spuma.
🎧 Consigli di ascolto: è un podcast perfetto per svogliate passeggiate notturne e apatiche giornate di spiaggia. Lasciatelo scivolare addosso e dategli tempo. Vi risucchierà gentilmente.
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
Per chi ci legge dalle Marche, o per chi ci capita in vacanza, Chora Media sbarca da Spazio Betti a Fermo con un laboratorio su come creare podcast, precisamente il 3 e il 4 agosto, dalle 9:00 alle 18:00. Più informazioni sul loro splendido account Instagram. Per iscriversi, qui c’è il form.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo