Ciao Orecchiabilinə,
vi inviamo questa missiva in un giorno un pochino speciale: quello in cui esce La città di Amianto, il nuovo lavoro di Sara Poma, che abbiamo avuto il piacere di ascoltare in anteprima. Ve ne parla Giacomo cercando di spiegarvi perché e percome dovreste interessarvi di amianto ed eternit anche ai giorni nostri. Chiara invece torna sul luogo del delitto e vi porta nelle paludi della Florida con Bone Valley, uno dei podcast true crime che più ci hanno convinto negli ultimi anni.
Ah, se questo venerdì vi capita di passare per Genova, trovate Giacomo Alle Ortiche, intento a presentare due nuovi episodi di Botanismi (fuori sull’internet da settimana prossima) insieme a tante altre belle genti.
Pronti, partenza, play!
La città d’amianto, Sara Poma / Chora Media per RaiPlay Sound 🇮🇹
Quando pensiamo ad amianto e eternit, pensiamo subito a quelle riconoscibilissime tettoie ondulate, che vanno bonificate da personale bardato di tute speciali perché a respirarne le fibre si rischia di morire. Ogni tanto qualcuno ne trova una nella sua vecchia casa in campagna e deve averci a che fare, ma ci sembra una cosa del passato, ormai più o meno risolta. Questo è quello che ho pensato quanto Sara Poma mi ha confessato quale sarebbe stato il focus del suo nuovo lavoro. Lì per lì mi è sembrato un argomento un po’ agé, qualcosa di molto distante da me e con cui avrei fatto fatica a trovare una connessione personale. Mi sono detto che almeno questa volta Sara non sarebbe riuscita a farmi commuovere. Mi sbagliavo? Mi sbagliavo.
In La città d’amianto, Poma racconta la storia delle persone che si sono battute contro la Eternit di Casale Monferrato, una delle più grandi fabbriche d’Europa di fibrocemento, o eternit appunto. In quasi ottant’anni di nefasto servizio la Eternit ha dato lavoro a migliaia di casalesi, ma altrettante migliaia ne ha uccise spargendo per la città il suo letale “polverino” e continuando a farlo impunemente anche quando l’evidenza scientifica della sua pericolosità era diventata impossibile da ignorare.
Il podcast si snoda intorno alle storie personali di Silvana Mossano, Daniela De Giovanni e Assunta Prato, una giornalista, una dottoressa e un’insegnante. Le tre si incontrano nella Casale Monferrato degli anni Ottanta, quando la pericolosità della Eternit inizia a diventare chiara a tutti e, insieme a tante altre donne e uomini, lottano contro la fabbrica, riuscendo infine a farla chiudere e a far dichiare l’amianto sostanza non gradita nel territorio comunale. Intorno a queste tre donne speciali, Poma riesce ad intessere con delicatezza il racconto del complicato rapporto tra Casale e la sua fabbrica, tra industriali senza scrupoli, sindaci coraggiosi e tante troppe morti. Grazie alla sua sensibilità, la storia delle tre protagoniste si scioglie così in un unico racconto corale, in cui a prendere la voce è la collettività di tutte quelle persone che si sono battute, e ancora si battono, per avere giustizia.
La città d’amianto assolve in questo modo al suo duplice importantissimo compito, facendosi megafono di una storia che ancora oggi vive nei tribunali e negli ospedali piemontesi e ricordandoci quanto possa essere dirompente la forza di una comunità, quando marcia unita in una direzione. D’altronde, come vi insegnerà Romana Blasotti Pavesi, una delle figure più note della lotta contro la Eternit, “noi siamo più tanti”. In questi tempi bui e spaventosi, mi sembra uno splendido mantra a cui aggrapparsi.
🎧 Consigli di ascolto: se siete qui, immagino che conosciate il lavoro di Sara e di lei abbiate già ascoltato tutto. Nel remoto caso in cui non sia così, qui trovate Carla, Prima e Figlie. Un po’ vi invidiamo.
🧁 Bonus: se sarete al Salone del Libro il prossimo weekend, ci trovate anche la presentazione di questo bel podcast (spoiler: presto anche a Genova)
-Giacomo
Bone Valley, Gilbert King, Lava for Good 🇺🇸
Se siete su questi lidi da un po’ di tempo, forse vi ricorderete della mia recensione di Bone Valley, un podcast true crime fatto come si deve e uno dei pochi che ha decisamente abbassato il mio sopracciglio scettico nei confronti di questo genere che, per molto tempo, mi ha appassionato. Con grande gioia sono qui a comunicarvi che King è tornato e che i nuovi episodi del podcast sono una bella riconferma della qualità del suo lavoro. Ma facciamo un passo indietro. Nella prima stagione ha raccontato l’assurda vicenda legale di Leo Schofield, accusato dell’omicidio della sua diciottenne moglie Michelle, chiuso in carcere per oltre trent’anni e, come dimostrato anche e soprattutto dal lavoro di indagine svolto da King e colleghi, molto probabilmente innocente. Oltre alla quasi totale assenza di prove nei suoi confronti, uno dei motivi per cui Schofield sembra essere innocente è che più e più volte nel corso degli anni un’altra persona ha raccontato di esserne colui che ha ucciso Michelle: Jeremy Scott.

Ed è proprio sulla sua storia che si concentra la seconda stagione di Bone Valley. King ha preso la storia di Scott e l’ha trasformata in un racconto estremamente coinvolgente, fatto di voci rotte, telefonate dal carcere e verità che emergono come alghe dall’acqua scura e paludosa della Florida. Al centro di questa stagione non c’è solo Jeremy, ma gioca un ruolo importante anche suo figlio Justin che, proprio ascoltando il podcast, ha iniziato a cercare risposte, a inseguire i frammenti di una storia familiare complicata e ad affrontare, dopo anni, il terrore di somigliare, come nei suoi peggiori incubi, a suo padre. Questa seconda stagione diventa così, un’indagine sulla possibilità del cambiamento, sulla fragilità del perdono e su cosa resta della propria vita quando la giustizia non arriva dove dovrebbe.
Anche in queste nuove sei puntate, King non cede alla tentazione di spettacolarizzare inutilmente il racconto. Ogni confessione, ogni registrazione dal carcere, ogni parola di Justin e di sua madre Jami vengono trattate come quello che sono: non i pezzi di un puzzle investigativo, ma i tasselli di vite vere, piene di contraddizioni e fragilità. Scusate se è poco.
-Chiara
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo