Ciao Orecchiabilinə,
mentre leggete queste parole saremo entrambi dall’altra parte dell’oceano, intenti a esplorare il Nord (Chiara) e il Sud (Giacomo) di quello strano posto che si chiama America.
Mentre noi ci si diletta con finta gioventù nella specialità del trascinamento zaino, sciami di autori radiofonici di tutta Europa stanno calando su Berlino per il Prix Europa, uno dei più prestigiosi premi per chi si occupa di cose da ascoltare.
Per l’occasione abbiamo pensato di chiedere a Daria Corrias, una delle menti dietro l’amato programma Tre Soldi di Rai Radio 3, di recensire Il Sottosopra, l’ultimo audiodocumentario italiano a vincere il Prix e uno dei racconti più emozionanti che avrete la fortuna di sentire.
A completare questo numero della newsletter, trovate delle mini-recensioni che riprendono quanto vi avevamo già raccontato nei mesi scorsi di La Disciplina di Penelope e Iolanda mi nant de nòmini, i nostri rappresentanti italiani di quest’anno. La recensione di Daria è così pregna di emozioni e amore che non ci siamo sentiti di sporcarla più di così.
Vi ricordiamo anche che il 28 Ottobre c’è un nuovo Giovedì Podcast da ZOO a Bologna. Si parlerà di FRIGO!!! e Fridigidaire. Noi non ci saremo, ma vi promettiamo che ci sarà ugualmente di che leccarsi le orecchie (come si fa?)
Pronti, partenza, play!
Il SottoSopra, Stazi-Casu per Tre Soldi / Rai Radio 3, 🇮🇹
a cura di Daria Corrias
Questa non sarà una recensione super partes, di quelle distaccate, in cui si analizza con freddezza e oggettività un prodotto. Non lo chiamerò nemmeno mai prodotto, questo radio documentario alla quale sono legata per diversi motivi. Il Sottosopra è una produzione Tratti Doc, realizzato da Gianluca Stazi e Giuseppe Casu nel 2018 per Tre Soldi - RaiRadio3, il programma che curo e coltivo dalla sua nascita insieme a Fabiana Carobolante e Giulia Nucci.
Si tratta di un documentario non narrato: nel genere del documentario radiofonico è il mio preferito e non prevede la presenza di alcun narratore esterno. Non c’è nessuno che vi prenderà per mano e vi dirà cosa succede, dove ci troviamo e andremo. Il racconto è affidato esclusivamente alle parole dei protagonisti.
Il sound design è estremamente raffinato, immersivo e coinvolgente. Credo che ad oggi, sia il lavoro radiofonico con il suono più bello che io abbia mai ascoltato in Italia. Sentirete piccoli sassolini che rotolano, insetti, vento, echi e riverberi di ambienti lontani e profondi. È il territorio che parla e che racconta con la stessa intensità dei protagonisti umani. Fatevi un regalo e ascoltatelo con le cuffie.
E poi c’è la storia.
1992: le miniere del Sulcis Iglesiente, sud-ovest della Sardegna, sono a un passo dalla chiusura. La prospettiva di perdere l’unico reddito familiare costringe i minatori a occupare pozzi e gallerie per giorni e giorni, bloccando gli ingressi e chiudendosi a centinaia di metri di profondità dentro la montagna, armati dell’esplosivo normalmente usato per scavarla.
Ne parlarono giornali e televisioni in Italia e nel mondo, l’importanza dell’evento amplificata dal fatto che avveniva non lontano da quegli stessi luoghi che videro la prima protesta operaia italiana (Buggerru, 1904). Anche in quel caso furono i minatori a protestare e l’esercito inviato dalla prefettura sparò sui manifestanti uccidendone 3 e ferendone 13. Gli avvenimenti di Buggerru scossero tutto il paese e poche settimane dopo fu indetto il primo sciopero generale nella storia d’Italia. La classe operaia sarda nasce insomma in questi luoghi.
Ma torniamo al Sulcis Iglesiente. Quando l’occupazione finì, i minatori ebbero salvo il posto di lavoro, ma ancora per poco. La chiusura degli impianti era ormai inesorabile. La protesta ricominciò: ora bisognava impegnarsi per salvare il territorio e lavorare a una re-industrializzazione che non avrebbe condannato i propri figli a un futuro di disoccupazione. Non avvenne nulla di tutto questo e il deserto avanzò.
Il Sottosopra, quindi, è una storia di lavoro e di fallimento. A raccontarcela sono le parole di due uomini, Silvestro e Manlio, diversi tra loro ma accomunati da un rapporto molto intimo con la miniera. Uno minatore da sempre, l’altro maestro prima e minatore per scelta, poi.
Avrò ascoltato questo radio documentario un’infinità di volte. Posso dire di conoscerlo a memoria ma ogni volta che lo ascolto, quasi verso la fine (so anche il minuto, ma non voglio sembrare troppo pazza), c’è un momento in cui le parole di Manlio mi creano sempre lo stesso effetto: stringo i denti, mi si drizzano i peli sulle braccia, il cuore accelera e spesso mi si bagnano anche gli occhi. Non riporterò qui le parole esatte, che pure so a memoria. Andate e ascoltatele, chissà che non vi facciano lo stesso effetto.
Il Sottosopra è una storia di lavoro e lotta, ma anche una dichiarazione d’amore per un territorio, il proprio, che si ama, si cura, si conosce fino all’ultimo fiore o fungo che vi cresce.
Gianluca e Giuseppe, grazie a Manlio e Silvestro e ai minatori del Sulcis Iglesiente, hanno realizzato un documentario di grande potenza, una storia che, pur partendo da un’isola del Mediterraneo conosciuta soprattutto per le spiagge e un turismo che non temo di definire al limite del colonialismo, è riuscita a toccare corde universali. Una forza che ha raggiunto platee di ascoltatori inaspettate conquistando due dei premi internazionali più prestigiosi nel mondo delle produzioni audiovisive: il Prix Italia e il Prix Europa, conquistati entrambi nello stesso anno. Un riconoscimento che l’Italia non prendeva da più di 50 anni (Prix Italia) e non aveva mai ottenuto (Prix Europa).
E per tutto questo, ma soprattutto per il semplice fatto di averlo realizzato con tanta cura, nutro un sentimento di profonda gratitudine nei confronti degli autori, come “addetta ai lavori” e come ascoltatrice.
🎧 Consigli di ascolto: Se volete ascoltarlo avete due possibilità, anzi tre. Su RaiPlay Sound trovate la versione in 5 puntate andata in onda per Tre Soldi e un ascolto unico di circa 44 minuti (linkato anche al titolo). Se volete condividerlo con chi non conosce l’italiano lo trovate sullo splendido Radio Atlas.
La Disciplina di Penelope, Chora Media / RaiPlay Sound 🇮🇹
La Disciplina di Penelope nasce come un romanzo di Gianrico Carofiglio, uno dei più acclamati giallisti italiani, ed è stato traslato in podcast grazie alla collaborazione tra la prolifica Chora e mamma Rai.
Per tradurre le avventure di Penelope in podcast, quei furboni di Chora hanno reclutato Jonathan Zenti, una delle migliori penne audio partorite dal nostro paese. Zenti ha lavorato alla sceneggiatura del podcast e ha fatto quello che in gergo tecnico definirei “proprio un lavorone”, riuscendo ad adattare il testo in modo da renderlo fruibile in formato audio per la gioia di Gadda e delle nostre orecchie.
La Disciplina di Penelope sembra poter aprire una strada moderna verso la realizzazione di «radiodrammi» all’italiana.. Nel frattempo ci godiamo con grande gioia l’ascolto delle avventure di Penelope e del suo amorevolmente sgangherato cast di aiutanti.
Iolanda mi nant de nòmini, StudioLanda 🇮🇹
Iolanda mi nant de nòmini raccoglie la voce di Orlanda Sassu, una donna sarda che, all’ombra di un ginepro secolare, ha regalato per decenni la sua poesia a chiunque volesse starla ad ascoltare. La storia è andata più o meno così: Orlanda e il suo compagno Efisio si innamorano di un ginepro secolare sulla spiaggia di Pistis e per proteggerlo da vandali e speculatori in cerca di legname pregiato, decidono di costruirci intorno una casa/capanna
A un certo punto Zia Landa, come è conosciuta dagli abitanti del suo paese, mette le mani su di un registratore e inizia a incidere cassette su cassette di versi dialettali in rima cantata. Sono proprio le registrazioni contenute in queste cassette a costituire la spina dorsale di Iolanda mi nant de nòmini, il cui nobile scopo è quello di rendere nuovamente fruibile questo prezioso tesoro di etnomusicologia inconsapevole.
Iolanda mi nant de nòmini, con la sua sottile magia, è un invito a ricordarci dell’importanza di preservare e tramandare tutte quelle cose semplici, spontanee e preziose che ci circondano e che troppo scivolano via con il passare delle generazioni.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
È uscita la seconda stagione di Forgotten Tapes, il podcast degli amici di Radio Raheem in cui si riportano alla luce vecchie interviste e ad alcuni dei più grandi artisti internazionali realizzate tra la fine degli anni ‘80 e la metà dei ‘90. Dentro ci trovate i Radiohead, i CCCP di un Ferretti che non era ancora diventato il negativo di se stesso e tante altre gustosità in arrivo.
Andrea Signorelli, già apprezzato su queste pagine con Complottismi, ha messo in piedi un nuovo podcast. Si chiama Crash e promette di tenervi aggiornati sul mondo dell'innovazione digitale e dintorni. Meglio del metaverso!
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo