Ciao Orecchiabilinə,
vi scriviamo con i pochi neuroni rimastici dopo aver passato una settimana in cui ci siamo equamente divisi a parlar di podcast a Londra (Chiara) e a morire pieni di sospetta mononucleosi nei letti (Giacomo). Due attività diverse che, in entrambi in casi, ci hanno stremati come non mai.
Ma noi vi vogliamo bene, e quindi, con le nostre ultime forze, eccovi due croccantissimi consigli di ascolto tra la gagliarda letteratura di Gagliarda Potenza e prigioni caraibiche nella nuova stagione di Serial.
Pronti, partenza, play!
Gagliarda Potenza, Mis(s)conosciute, Emons Record 🇮🇹
Mentre ascoltavo Gagliarda Potenza continuava a tornarmi in mente quel meme sull’iceberg delle scrittrici italiane diventato virale un paio di anni fa e che metteva in luce come gran parte della cultura letteraria italiana femminile sia praticamente sconosciuta.
Cuffie nelle orecchie, pensavo a quanto poco sappiamo delle loro opere e, soprattutto, di cosa è accaduto nelle loro vite, mentre trascorriamo anni a studiare nel dettaglio i traumi e le vicissitudini di un numero incredibilmente elevato di scrittori uomini. Quante cose sappiamo della vita di Cesare Pavese, e quante invece sappiamo di Elsa Morante? Quel meme, e manco me lo ricordavo, è stato pubblicato proprio da Mis(s)conosciute, autrici del podcast di cui parliamo oggi.
Continuando nel solco del lavoro che portano avanti con gran cura da anni, Gagliarda Potenza si propone di colmare uno di questi vuoti culturali, raccontando in maniera incredibilmente accurata e avvincente la vita di Goliarda Sapienza, scrittrice, attrice, autrice e donna dalla vita così intrecciata in profondità con la storia italiana moderna da meritare di finire nei manuali di letteratura. Ogni episodio si snoda come una tessitura raffinata di narrazioni, ricordi e testimonianze che tracciano il profilo di una donna la cui vita stessa sembra essere uscita da un romanzo: dall’infanzia catanese in una famiglia anarco-socialista, alla formazione nella Roma della Resistenza, fino ai trionfi, le sventure, le cadute e la gloria postuma che hanno segnato la sua vita.
Le autrici del podcast, ci conducono attraverso le pieghe più intime e complesse dell’esistenza di Goliarda Sapienza portandoci con loro alla scoperta di una donna dal temperamento istrionico, complesso e vitalissimo. Temperamento che si è tradotto, nella sua forma letteraria, in una sorta di autobiografia riscritta continuamente da una narratrice sorprendentemente inattendibile, che lascia il lettore sempre in bilico tra verità e bugia, facendo dell’ambiguità della memoria il centro vorticoso delle elucubrazioni letterarie di Goliarda Sapienza.
Ascoltare Gagliarda Sapienza è un’esperienza che affascina e stimola le orecchie all’esplorazione del mondo sommerso che è l’opera di Sapienza, la cui potente scrittura è resa con enfasi dalla voce di Paola Pace e arricchita dalle interviste a scrittrici e studiose, e, non per ultima, alla voce di suo marito Angelo Pellegrino.
🎧 Consigli di ascolto: gli episodi del podcast escono ogni martedì, quindi avete tutto il tempo di fare un microdosing di Gagliarda Potenza.
🧁 Bonus: Abbiamo chiesto alle amiche Mis(s)conosciute Giulia Morelli, Maria Lucia Schito e Silvia Scognamiglio, di suggerirci come approcciarci alla lettura delle opere di Goliarda Sapienza e ci hanno addirittura consigliato due percorsi diversi:
1) Partite dall'opera che l'ha resa celebre, "L'arte della gioia", per poi proseguire con il ciclo dell'"Autobiografia delle contraddizioni" composto dai romanzi "Lettera aperta", "Il filo di mezzogiorno", "Io, Jean Gabin" e i due romanzi sull'esperienza carceraria "L'Università di Rebibbia" e "Le certezze del dubbio".
2) Iniziate dai romanzi in cui la personaggia protagonista è Goliarda stessa, in particolare i due romanzi editi negli anni '60 “Lettera aperta” e “Il filo di mezzogiorno”, per poi passare alla scoperta della personaggia Modesta con "L'arte della gioia"!
Serial, Koenig & Chivvis per Serial/NYT 🇺🇸
Sono passati quasi dieci anni da quando la prima stagione di Serial è piombata come un meteorite sul pacioso mondo dei podcast, contribuendo ad alterarne per sempre l’orbita. In questi dieci anni ho cambiato una dozzina di case, provato cinque o sei lavori diversi (a volte in contemporanea) e mi sono pure sposato. Nel frattempo Serial si è trasformato in una casa di produzione, è stato comprato dal New York Times e la sua autrice, Sarah Koenig, ha pian piano diradato le apparizioni in prima persona dietro a un microfono. Insomma, le cose cambiano. Non tutte però. Io, come allora, passo ore ad ascoltare storie. Mentre Koenig, da allora, ha il chiodo fisso di voler realizzare un documentario su Guantanamo.
Guantanamo, già. Ve la ricordate? Quella è una prigione militare costruita all’interno di una base navale statunitense sul suolo cubano in cui, dal 2002, vengono detenute persone accusate dagli Stati Uniti di essere terroristi. Anzi: non accusate. Sospettate. Perché Guantanamo è dove gli Stati Uniti hanno rinchiuso e torturato quasi un migliaio di persone senza formalmente accusarle di nulla, senza portarle a processo, senza dar loro alcuna tutela legale. Di queste la maggior parte sono state lasciate andare dopo aver impunemente rubato loro anni, se non decenni, della loro vita. Altre sono lì ancora oggi, in un limbo legale da cui non si sa bene come potranno uscire. Insomma, un altro rutilante successo della più grande democrazia moderna.
Di Guantanamo ultimamente si parla ben poco. Il pubblico è annoiato. I politici non vogliono metterci le mani. I giornalisti hanno scritto tutto quello che c’era da scrivere. E poi, come altre volte nella sua carriera, arriva Sarah Koenig (in questo caso in compagnia di Dana Chivvis). Che in nove densissime puntate riporta alla luce una storia di cui nessuno sembra più volersi occupare, ma che è ancora lontana dall’essere finita.
Non immaginatevi però un infinito polpettone di nomi, legalismi e acronimi incomprensibili. O ridde di accuse fatte cadere dall’alto. Questa stagione di Serial è tutt’altro. Come ci si aspetta da due veterane producer di This American Life, Koenig e Chivvis partono da storie individuali per provare a spiegare davvero cosa è stato, e cosa ancora è, quel posto chiamato Guantanamo. Veniamo così condotti dentro i personali racconti di detenuti, traduttori, uomini dei servizi segreti, guardie, giornalisti e familiari delle vittime del 9/11, registrati mentre cercano di riflettere su cosa diamine gli è successo. Questa iterazione di Serial diventa così una collezione di mini-documentari, in cui possiamo osservare tutto il mondo che gira intorno a questo assurdo posto, sospeso tra gli orrori (legali e non) che vi si sono consumati e la bellezza della natura che lo circonda.
Il tutto è impacchettato con la solita fantastica scrittura a cui Koenig ci ha abituato e con la sua abilità di trovare in quello che la circonda quei piccoli particolari che permettono di capire l’ethos di un posto o di disingarbugliare complicati concetti legali con sorprendente semplicità.
Mi sono approcciato a questa stagione di Serial con un limitato entusiamo. Certo, potevo finalmente ascoltare la voce di una delle mie autrici preferite all’opera con qualcosa di nuovo. Di contro non avevo nessuna voglia di sentire l’ennesimo podcast usato come strumento per denunciare una qualche ingiustizia in un posto che, alla fin fine, resta molto lontano dalla mia coscienza. E invece sono qui a scriverne, in adorazione per l’ennesima masterclass in audiocraft di Koenig e soci e per la loro capacità di prendere un tema così complicato e ritrito, e tirarne fuori con apparente semplicità un ritratto fresco e avvincente di una delle pagine più buie della recente storia statunitense.
🎧 Consigli di ascolto: di fatto è una stagione antologica. Potete anche spizzicare qua e là tra le puntate per ascoltare quelle che più vi gustano.
🧁 Bonus: il miglior critico di podcast del mondo intero ne ha scritto una dettagliata recensione che mette in relazione questa stagione di Serial con quelle che la hanno preceduta. È una gran bella lettura.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
Ve ne abbiamo già parlato in abbondanza nello scorso numero, ma vi ricordiamo che Il Post ha messo in piedi Dieci lezioni sui podcast: Dieci lezioni monografiche che, attraverso l’esperienza di chi coi podcast ci lavora, vi forniranno una veduta a 360 gradi sul lavoro di chi sta dietro ad un microfono. E sì, questa è una sponsorizzata, ma una sponsorizzata che facciamo perché crediamo che quel che vi si offre sia fatto bene e vi possa interessare.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo