Il caldo ci ha dato alla testa e siamo finitə a mandarvi questa newsletter di sabato, per cui leggetevela con la stessa calma con cui si passeggia tra una bancarella e l’altra al mercato del sabato, osservando placidamente un paio di calzini in lana di scoiattolo, una caraffa di ceramica a forma di cane e il classico, set di coltelli molto affilati. In questo numero sabatale, Giacomo vi racconta con 3 Giorni di una tragedia consumatasi all’interno dell’esercito italiano nel più assordante silenzio omertoso degli apparati statali, mentre Chiara vi introduce al mondo degli investimenti finanziari nell’industria del porno con Hot Money. Poi c’è una nuova piccola sezione, ma quella non la spoileriamo dai.
Pronti, partenza, play!
3 Giorni, CUMBRE | Altre Frequenze 🇮🇹
C’era una volta il servizio di leva obbligatoria, quell’anacronistico rito di passaggio che imponeva agli ardenti giovini italici di perdere un anno della loro vita rinchiusi in un casermone traboccante di testosterone e deodorante a buon mercato. Con grande gioia faccio parte della prima annata che è stata interamente esentata da questo “privilegio”. Se proprio avessi dovuto cimentarmi con la vita da recluta, probabilmente sarebbe successo intorno ai venticinque anni, età in cui ho finito gli studi e mi sono affacciato alla vita adulta.
Ha venticinque anni anche Emanuele “Lele” Scieri, quando, nel 1999, varca i cancelli della Caserma Gamerra di Pisa per completare il suo percorso di leva nei paracadutisti della Folgore. La sera del 13 gosto 1999, a pochissimi giorni dal suo arrivo in terra pisana, Scieri esce dalla Gamerra per fare un po’ di sano turismo. Emanuele visita Piazza dei Miracoli, chiama la madre per raccontarle del suo giro turistico e torna diligentemente in caserma prima del coprifuoco. Poi, improvvisamente, scompare. Per tre lunghissimi giorni nessuno sa più nulla di lui. Il suo cadavere viene ufficialmente ritrovato solamente il 16 agosto, sotto a una torretta dove venivano messi ad asciugare i paracadute. Il caso viene archiviato piuttosto frettolosamente come suicidio, nonostante sia abbastanza chiaro da subito come la morte di Scieri sia collegata con il “nonnismo” praticato alla Gamerra. Così chiaro che, nemmeno un mese dopo, viene approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge che sancisce di fatto la fine della leva obbligatoria in Italia. Ci vorranno invece quasi vent’anni prima che una commissione di inchiesta parlamentare porti alla riapertura del caso, il cui processo si sta svolgendo in questi giorni.
In 3 Giorni ripercorriamo la storia di Scieri tramite le voci di suo fratello, degli amici e di tutti quelli che si sono battuti perché questa orrenda vicenda possa concludersi con un barlume di giustizia. Attraverso sei episodi (cinque usciti e uno in lavorazione), impariamo a conoscere Lele e la sua fastidiosa fissazione per i cannoli del Bar Sicilia, ripercorriamo pezzi della sua vita e ci addentriamo in quell’oscuro territorio di rituali machisti che ha portato alla sua morte.
L’asciutta narrazione di Giacomo Locci e un sobriamente efficace sound design fanno da collante tra una decina di voci, tra interviste, estratti della commissione di inchiesta e la lettura di toccanti riflessioni messe su carta dagli amici di Scieri. Diversamente rispetto a molti podcast narrativi, Locci affronta questa storia restandone un po’ in disparte, misurando i suoi interventi e lasciando che sia il montaggio audio a raccontare quel che è successo. A tratti il lavoro prodotto da CUMBRE | Altre Frequenze sconta la quasi totale assenza di quegli artifici narrativi che vengono spesso usati per tenere alta la tensione, ma Locci è sempre attento a riportare l’ondivaga attenzione delle nostre orecchie sui particolari salienti. È facile pensare a come questa storia avrebbe potuto essere raccontata secondo gli stilemi dei podcast true crime, con un ego-reporter d’assalto a fare domande indelicate, creando un’artificiosa suspense e impartendo lezioni da un invisibile tribunale della giustizia mediatica. 3 Giorni, invece, è un podcast garbato, un esercizio di giornalismo corale che mette al centro della vicenda la sofferenza umana dietro al caso Scieri, senza per questo spettacolarizzarla. È soprattutto, il racconto onesto e necessario di una tragedia consumatasi nel più assordante silenzio omertoso degli apparati statali.
🎧 Consigli di ascolto: se siete appassionati di true crime ci metterete qualche minuto ad abituarvi allo stile di 3 Giorni. Il consiglio è di ascoltare la prima puntata per intero prima di decidere se proseguire con le altre: gli ultimi minuti sono il pugno nello stomaco che vi aiuterà a comprendere quanto sia necessario parlare di questa storia.
🧁 Bonus: sul sito di CUMBRE | Altre Frequenze trovate foto e link per approfondire la storia
Hot Money, Fanancial Times & Pushkin Industries 🇺🇸
Come i più attenti di voi avranno intuito, spesso introduciamo le nostre recensioni con dei fatti personali. In questo caso invece no: si parla dell’industria del porno e, per quanto io possa sforzarmi, giuro, non c’è alcuna connessione. Tra l’altro, questa è forse una delle poche volte in cui il suggerimento del podcast da ascoltare coincide con la sua effettiva uscita. Il trailer di Hot Money è stato pubblicato pochi giorni fa, e grazie ai suggerimenti di Pocket Casts mi sono ritrovata a premere subito play. Per cui questa recensione si basa solamente sulle prime due puntate pubblicate e potrebbe, chissà, pure continuare nei prossimi numeri.
Hot Money racconta come l’industria del porno sia cambiata radicalmente all’inizio degli anni duemila, con l’avvento dei primi siti che, sulla falsa riga di YouTube, permettevano a chiunque di caricare i propri video pornografici. Ovviamente è bastato pochissimo tempo perché questi siti fossero poi pieni di materiale controverso, illegale o coperto da copyright. Mentre in altri ambiti, come il cinema o la musica, si è lavorato molto per combattere la pirateria e l’illegalità, il mondo del porno ha vissuto all’ombra della grande rivoluzione digitale. Ignorata e a tratti bistrattata, l’industria della pornografia ha vissuto negli ultimi vent’anni un cambiamento radicale del suo ecosistema, spostando il grosso degli investimenti dalle case di produzione ai servizi tecnologici.
Condotto da Patricia Nilsson e Alex Barker, rispettivamente reporter e global media editor del Financial Times, questo podcast racconta una delle vicende finanziare più interessanti del panorama della rivoluzione tech che ci ha investito negli ultimi vent'anni. Mentre il mondo era impegnato a osannare figure come Mark Zuckerberg o a studiare modelli di business come Amazon o AirBnb, nell’industria del porno un programmatore tedesco (e ti pareva?) è diventato in pochi anni il personaggio più influente del settore, acquistando decine di siti web (uno tra tutti PornHub) e ricevendo per la prima volta fondi direttamente dalla ricca Wall Street: un cambiamento epocale per la pudica borsa statunitense, genericamente restia a investire su un mercato a parer loro controverso come quello della pornografia.
Al momento, come anticipavo nell’introduzione, sono state pubblicate solamente due puntate, che mi hanno però già catturata: ci sono tutti i presupposti per una storia interessante e la squadra al lavoro sulla serie sembra poterla raccontare in maniera impeccabile. Hot Money è una produzione consapevole, studiata e confezionata con garbo sia nel tono di voce che nella strutturazione delle puntate. Nilsson e Barker hanno l’austerità e la compostezza tipica dei giornalisti anglosassoni, capaci di non cadere mai nel patetico, nell’arrogante o nel sensazionalistico. I due vanno dritti al punto della questione, felicə di risplendere in tutto il nerdismo del loro lavoro e di raccontarvi mesi e mesi di complesse investigazioni.opo solo settanta minuti di ascolto, ci sono dentro con tutte le scarpe e fremo per sapere come proseguirà il racconto. Di questo mondo, di questo mercato, non so assolutamente nulla sebbene occupi più del 9% del traffico totale che avviene su internet. È una grossa fetta della nostra vita digitale che viene raramente menzionata dalle testate giornalistiche che si occupano di business, finanza e tech, eppure permea la nostra cultura tanto nel mondo analogico quanto in quello virtuale. Con Hot Money si parte dagli anni duemila, dove tutto è iniziato, e si anticipa tra un dettaglio e l’altro, che il meglio deve ancora arrivare. Spero di non rimanere delusa.
🧁 Bonus: il podcast è prodotto dal Financial Times in collaborazione con la casa di produzione Pushkin, fondata e gestita da quel Malcolm Gladwell di cui avrete sicuramente visto e letto qualche libro. Date uno sguardo ai loro podcast, ce n’è per tutti i gusti e tutti di ottima qualità (oppure aspettate che li recensiamo)
🥃 Shottini:
Ogni tanto ci capita di imbatterci in cose belle che, vuoi per lunghezza, tematica o quant’altro, non riusciamo a recensire con il consueto amore. Ve le proponiamo quindi in comodi shottini da leggere tutto d’un fiato.
Sugarsu, Tommaso Barbieri 🇮🇹
Vi siete mai chiesti come sarebbe andare a vivere in una fattoria dell’Appennino Ligure, mettendo su famiglia tra capre, galline e cinghiali? Nella quindicina di minuti scarsi di Sugarsu, ci immergiamo con Tommaso Barbieri nella quotidiana ruralità della vita sulle alture genovesi, tra una lezione di anatomia improvvisata, galli imbizzarriti e felici bambini selvatici. Costruito senza narrazione diretta, Sugarsu è un ruspante esempio di come un breve documentario sonoro possa creare indelebili immagini passando per i nostri canali uditivi. Ringraziamenti volanti per Alimentari Cult per averlo premiato lo scorso anno e avercelo così fatto conoscere.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
È uscita la prima puntata della seconda stagione di Qui si fa l’Italia. Si torna indietro nel tempo agli albori del Fascimo ed è, come al solito, un gran bell’ascolto.
Se abitate a Genova e dintorni tenetevi liberi per un 10 Luglio rurale e vagamente orecchiabile. Maggiori news in arrivo nei prossimi giorni.
A un anno di distanza dalla sua uscita, il podcast Prima, dedicato alla storia di Mariasilvia Spolato, la prima donna a dichiararsi pubblicamente omosessuale, continua la sua felice vita. Sara Poma, che ne è l’autrice, sarà oggi al MiX Festival a parlare del suo lavoro di autrice. In più, è stato recentemente annunciato che Prima diventerà un film e anche un libro.
Vi segnaliamo un festival che sembra molto interessante: "PodFest - Piccolo festival del podcast”. Tre giornate dedicate all’ascolto dal vivo di ben diciotto podcast indipendenti italiani, alcuni dei quali incontreranno il pubblico per la prima volta. Dal 24 al 26 giugno a Parma!
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo
"È facile pensare a come questa storia avrebbe potuto essere raccontata secondo gli stilemi dei podcast true crime, con un ego-reporter d’assalto a fare domande indelicate, creando un’artificiosa suspense e impartendo lezioni da un invisibile tribunale della giustizia mediatica." APPLAUSO.