La malleabilità del passato
Le recensioni di “The Coldest Case in Laramie” e “Antologia di S.”
Ciao Orecchiabilinə,
mettetevi guanti, sciarpa, cappello, scarponi e un bel cappotto pesante: con questa newsletter si parte per un viaggio tra spazio, tempo e ricordi distorti. I due podcast che abbiamo scelto toccano, partendo da due storie completamente diverse, la nevosa malleabilità del passato e la ghiacciata ricerca delle cose perdute per dare significato a quelle di adesso. Non chiedeteci perché, ma ci sembra un viaggio artico e freddoloso.
Giacomo ci racconta di The Coldest Case in Laramie, un podcast che sembra un classico true crime ma non lo è e che porta l’host a tornare nella sua città dove ha vissuto durante l’adolescenza per cercare informazioni su un vecchio caso irrisolto, mentre Chiara si tuffa negli anni novanta della romagna per recensire Antologia di S., un radiodramma tutto incentrato sulla ricerca di una voce trovata in una vecchia musicassetta.
Pronti, partenza, play!
The Coldest Case in Laramie, Serial Productions / NYT 🇺🇸
Kim Barker è una giornalista del New York Times. Ha trascorso dei periodi come reporter di guerra in posti complicati come Kabul e Islamabad, ma il luogo che risveglia le sue peggiori memorie è Laramie, una cittadina da 30.000 abitanti del Wyoming in cui ha passato i suoi anni da teenager e che ricorda come “incredibilmente meschina e spigolosa”. Nel 1985 Barker frequenta il liceo di Laramie, quando Shelly Wiley, una ragazza ventiduenne iscritta all’università locale, viene uccisa con undici coltellate, prima che il suo appartamento venga dato alle fiamme. Il colpevole non è stato mai trovato, ma la vicenda resta nei pensieri di Barker che, in un momento di noia da piena pandemia, si mette a cercare informazioni sul caso online. Con sua sorpresa scopre che nel 2016 è stato arrestato e accusato del crimine Frederick Lamb, un ex-poliziotto della zona di cui si avrebbe addirittura una confessione. Successivamente però le accuse contro Lamb, all’apparenza basate su indizi molto solidi, vengono ritirate, anche se non è chiaro il perché.
È così che inizia The Coldest Case in Laramie ed è così che una reticente Kim Barker si trova a tornare controvoglia a Laramie a oltre trent’anni dall’omicidio di Shelly Wiley per cercare di capire cosa sia effettivamente successo in quella tanto detestata cittadina. Arrivati a questo punto della recensione, immagino che a molti di voi si saranno drizzate piene di entusiasmo le antenne da investigatori da poltrona, mentre vi immaginate un succoso podcast true crime in cui si va alla ricerca della verità, si scarcerano innocenti e si smascherano colpevoli. The Coldest Case in Laramie non è proprio così. Certo, Barker è riuscita a mettere le mani sui documenti che riguardano il caso, assurdissime registrazioni degli interrogatori incluse, ma quello che se ne ricava è solo il gigantesco casino che si è creato intorno a un orribile crimine e che, a meno di improbabili avvenimenti, ne impedirà la risoluzione per sempre.
Barker è bravissima ad alternare interviste con tutti i principali protagonisti della vicenda alla documentazione raccolta in origine dalla polizia, portando alla luce tutte le contraddizioni che si sono incrostate intorno al caso nel tempo. Pur mantenendo un’andatura da true crime, il podcast diventa così una riflessione sulla memoria e su come i nostri ricordi si plasmino e si modifichino a seconda di quello a cui vogliamo credere, trasformando i fatti del passato in una sostanza lattiginosa e inafferrabile (sono vago lo so, ma perché rovinarvi tutto il divertimento?). In questo processo Barker arriva perfino a riconsiderare la sua visione di una Laramie terribile e inospitabile, probabilmente cristallizata intorno all’angoscia adolescenziale e all’omicidio in questione, concludendo che in fondo non era poi un posto così malvagio e pieno di brutta gente
Verso la fine di The Coldest Case in Laramie, Barker tira le somme della vicenda e dell’intero podcast con un lapidario “siamo tutti narratori inaffidabili, specialmente quando si tratta delle nostre storie”, quasi a voler mettere una pietra tombale su tutto quel magma di libri, podcast e documentari che vive di “cold case” e del tentativo di ricostruire quel che è stato a decenni di distanza. Come tutti i lavori della Serial Productions, The Coldest Case in Laramie è costruito e prodotto in maniera superba, costringendo chi lo ascolta a divorarlo voracemente. Nonostante questo, e pur prestandosi a essere interpretato da scribacchini da tastiera come meta-critica di un genere ormai stanco, il podcast di Barker e compari manca di quello scatto in avanti che mi sarei aspettato da chi per primo ha indicato al mondo come raccontare storie di questo tipo con l’audio. The Coldest Case in Laramie è un eccellente podcast true crime. E basta. A voi decidere se vi basta o meno.
🎧 Consigli di ascolto: attendendo di essere costretti dalla nostra recensione di Serial per ascoltarlo (nello scellerato caso in cui non l’abbiate ancora fatto), potete recuperare anche We Were Three e The Trojan Horse Affair, di cui vi abbiamo parlato in passato.
Antologia di S., Riccardo Fazi - Muta Imago 🇮🇹
Antologia di S. è un radiodramma in cinque puntate che racconta il ritorno di Riccardo Fazi in Romagna, vent’anni dopo, per cercare una ragazza che aveva conosciuto in vacanza nel 1993. Di lei Fazi ha solo una registrazione della voce insieme al fumoso ricordo dei suoi connotati, filtrato dagli occhi del Riccardo quattordicenne. In quella lontana estate, l’ultima sera di vacanza, Fazi riceve da questa fantomatica amica, una musicassetta con una compilation di canzoni da lei selezionate e inframezzate da un messaggio dedicato proprio a lui: “Ciao Roma! Ci vediamo a Santarcangelo!”. Fazi ritrova per caso la musicassetta a casa dei suoi genitori e decide di tornare a Santarcangelo per cercarla, chiedendo l’aiuto degli abitanti del paese nel tentativo di dare forma e identità a quella voce dal passato. Antologia di S. è il racconto di questa ricerca che affrontiamo insieme a Fazi percorrendo Santarcangelo in lungo e in largo, parlando con i suoi abitanti, con i baristi, gli edicolanti, i vecchi del paese, tra le piadinerie, i bar e le sale giochi di un piccolo mondo di provincia.
L’ascoltatore si perde nell’intreccio tra ricerca di Fazi e le storie delle voci che incontra: c’è chi è vissuto lì da sempre, chi non riesce ad andarsene e chi non ha intenzione di farlo. Le voci, giovani e anziane, si raccontano e facendolo raccontano anche molto di Santarcangelo, delle cose che sono cambiate in vent’anni e di quelle che invece sono rimaste intatte. A tratti il paese sembra prendere il sopravvento sul racconto e Fazi si trova a doversi districare in un groviglio di storie, aneddoti e dettagli sul rapporto dei santarcangiolesi con la loro città, in una, provincia che sembra muoversi in un tempo e uno spazio tutto suo, in cui immutabilità e cambiamento convivono e si compenetrano, tracciando un ideale parallelo con con lo stesso Riccardo, così uguale e così diverso dal suo alter ego quattordicenne. Antologia di S. prende così forma e diventa un universale racconto della vita di provincia e dei suoi abitanti e, al contempo, della ricerca delle tracce della propria infanzia e di cosa siamo stati.
Se sul piano narrativo la struttura del racconto prosegue lineare con un crescendo che culmina e coincide con il finale della storia, che non sarò di certo io ad anticipare, su quello della messa in scena, l’andamento è tutt’altro che lineare, grazie a un continuo andirivieni tra realtà e finzione, cullando l’ascoltatore in un ondeggiante movimento tra la genuinità del racconto personale e gli artifici narrativi costruiti per raccontare quello collettivo, restituendogli la sensazione di galleggiare a pancia in sù su un materassino tra le onde del mare Adriatico.
Antologia di S. è una colorata e iridescente scatola cinese, che nasce inizialmente come installazione per il Santarcangelo Festival, del 2015, per diventare poi un radiodramma pensato per le orecchie nel 2016 e continuare infine la sua vita come uno spettacolo teatrale, a riprova che quando si ha qualcosa da raccontare si può farlo in molteplici forme e strumenti. Non è un caso che Fazi abbia prodotto prodotto Antologia di S. insiema Claudia Sorace con cui ha fondato Muta Imago, un progetto di ricerca artistica che spazia tra spettacoli teatrali, performance e installazioni indagando la relazione tra essere umano, spazio e tempo.
🎧 Consigli di ascolto: lo so che fa freddo e in alcune parti di Italia ha addirittura ripreso a nevicare ma immaginate di ascoltare Antologia di S. mentre sfrecciate in bicicletta su un lungomare qualsiasi o mentre camminate per un paesino di provincia col caldo morbido sulle braccia. Quando lo avete ascoltato tutto poi scrivetemi e ci scambiamo opinioni sul significato di quella “S.”
🧁 Bonus: Muta Imago ha prodotto anche Sparizioni, di cui vi avevamo già parlato in un vecchio numero della newsletter.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
a un anno dall’inizio di quella cosa brutta e senza senso che è l’invasione dell’Ucraina, vi consigliamo di recuperare le puntate/interviste di Punctum con i fotografi impegnati sul campo per avere un racconto e una prospettiva diversi su quel che è successo e continua a succedere così vicino a noi.
è uscita ora ora la prima puntata Plurifonie per USMARADIO, un podcast dedicato alla storia della voce e della vocalità, con un focus sui modi sperimentali e nuovi di usare la voce.
per chi è a Londra segnaliamo questo fighissimo evento di In The Dark, curato da uno dei migliori produttori britannici.
Normal Gossip, uno dei nostri podcast preferiti degli ultimi anni, è andato a finire in quel bellissimo posto che è Radiotopia e noi ne siamo molto contenti.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo