La realtà: nuda, cruda, bruciante
e non è un testo dei Baustelle ma le recensioni di “Slow Burn” e “Nuda & Cruda"
Ciao Orecchiabilinə,
avremmo dovuto recapitarvi questo numero la settimana scorsa, ma ci siamo persi in un fritto misto di burocrazia tedesca, virulenti batteri, saltuarie prove di vestiti da sposa e l’improvviso avvento di due gattini. Torniamo a voi con due consigli di ascolto che non potrebbero essere più diversi. Giacomo è parecchio arrabbiato con la Corte Suprema americana e cerca di venirne a capo parlandovi di Slow Burn, mentre Chiara trova una nuova compagna di viaggio e amatriciane scrivendo di Nuda & Cruda.
Se siete nuovi lettori, vi segnaliamo che cliccando qui sotto potete trovare due comodi listoni di tutti i podcast che abbiamo recensito in italiano e in inglese. Se poi proprio non riuscite a scegliere, scriveteci e proveremo a darvi qualche personalissima raccomandazione.
Pronti, partenza, play!
Slow Burn, Slate 🇺🇸
È ormai più di un anno che vi inviamo questa fantastica newsletter e, fino a oggi, ero riuscito a risparmiarvi dalla mia insanabile ossessione per quel calderone di follia e spettacolo che è la politica nordamericana, lasciando al buon Francesco Costa il compito di tenervi informatə su quello che accade al di là dell’oceano.
La scorsa settimana però è successa una cosa parecchio grossa, con la Corte Suprema degli Stati Uniti che ha rispedito parte del paese ai barbari tempi in cui una donna poteva essere condannata per omicidio, e in alcuni casi addirittura sterilizzata contro la sua volontà, dopo aver scelto di interrompere una gravidanza.
Per capirci qualcosa di più, mi sono rivolto a Slow Burn, uno dei migliori podcast giornalistici in circolazione, in cui la redazione di Slate si propone di raccontare con lenta deliberatezza com’è stato vivere attraverso alcuni dei momenti più significativi della storia statunitense. Dal Watergate alla morte di Tupac, gli autori di Slow Burn sono bravissimi a combinare accurate ricostruzioni giornalistiche con le storie personali di chi si è trovato, volente o nolente, incastrato in eventi molto più grandi di sé.
La settima stagione di Slow Burn è interamente dedicata alla lotta per i diritti riproduttivi che, dopo aver segnato gli Stati Uniti a cavallo degli anni settanta, è tornata prepotentemente attuale in questi giorni. In quattro densi episodi conosciamo le storie di alcuni dei protagonisti che hanno animato quegli anni, scoprendo attraverso le loro vite cosa volesse dire interrompere una gravidanza in stati in cui l’aborto era illegale e osservando da vicino come una rumorosa minoranza religiosa sia riuscita a manipolare il dibattito politico per provare a imporre agli altri la propria fede.
Ovviamente il punto di arrivo del podcast è la sentenza su Roe vs. Wade con cui nel 1973 la Corte Suprema aveva legalizzato l’aborto in tutto il paese. Pur dilungandosi in dettagliate spiegazioni sulla battaglia legale, quello che davvero interessa agli autori di Slow Burn è ricostruire come e perché si è arrivati a quella sentenza, votata e voluta in maniera bi-partisan e largamente approvata dalla maggioranza della società civile. In questo senso sono particolarmente interessanti le storie dei giudici a nomina repubblicana che hanno scelto, per motivi etici ancor prima che legali, di schierarsi a favore dell’interruzione volontaria di gravidanza.
L’idea generale che sta dietro alle vecchie stagioni di Slow Burn è che gli avvenimenti del passato abbiano una forte eco sulla maniera in cui le nostre società vivono e processano il presente, rendendo quindi imprescindibile guardarsi indietro per capire quali sotterranee tensioni guidino le nostre azioni collettive. In questi giorni stiamo assistendo a una sorta di “eterno ritorno del passato”, in cui diritti ritenuti inattaccabili dai più vengono nuovamente messi in discussione, rispedendoci cinqunt’anni indietro. Ascoltare l’ultima stagione di Slow Burn è un ottimo reminder del perché questa non è affatto una buona idea.
🎧 Consigli di ascolto: se vi ho intrigato con Slow Burn, ma ne avete abbastanza di Roe vs. Wade, la prima stagione sul Watergate potrebbe fare al caso vostro. Se poi propri
🍕 In italiano: se l’inglese non fa al caso vostro, Tutti gli uomini del Watergate è una sorta di Slow Burn in versione italica.
Nuda & Cruda, Giada Arena 🇮🇹
Immaginatemi in palestra mentre faccio finta di fare degli squat, circondata da bitorzoluti esseri muscolosi e da quel persistente odore di piedi che si trova solo nei migliori centri sportivi del globo terracqueo. Nelle orecchie ho la voce di una signora di mezza età che mi racconta, contro la mia divertita volontà, cosa vuol dire essere una sorcina negli anni Settanta. È un immagine cruda, lo so. Ma la nuda verità è che non sapevo come altro introdurre uno tra i miei ascolti preferiti di quando faccio finta di essere sportiva.
Nuda & Cruda è un podcast difficile da inquadrare Formalmente si presenta come uno dei classici podcast conversazionali, in cui un host fa gli onori di casa e invita persone con cui blatera del più e del meno per un intervallo di tempo compreso tra quindici minuti e l’infinito (vero, Joe Rogan?). A guardare un pelino sotto la superficie però, la creatura di Giada Arena è ben più profonda di così. Nella puntata zero, che annuncia l’esistenza stessa del podcast Giada Arena si presenta, si racconta e spiega i motivi che l’hanno portata a decidere di registrare chiacchierate con amici e conoscenti: le è stata da poco diagnosticata una depressione e, un po’ per farci i conti, un po’ per abbracciare questa sua recente consapevolezza, ha deciso di mettersi a parlare dentro a un microfono e «facce ride’». Cosa che le riesce pure, ma ecco, nonostante questa premessa, non vi aspettate una cosa tipo Cachemire.
Ascoltando Nuda & Cruda infatti si ride, sì, ma in un continuo saliscendi tra discussioni ammantate di leggerezza pop ed elucubrazioni sul vuoto siderale che circonda le nostre esistenze. Si passa quindi da sarcastiche chiacchiere sul Bagaglino con Valerio Lundini, a scientificamente accurate digressioni sull’utilizzo consapevole di droghe salendo poi di livello con discussioni sulla vacillante salute mentale dei lavoratori musicali e non solo, per poi scendere nel trucidume delle borgate romane con Filosofia Coatta. O ancora, si paragona TikTok a Non è la Rai con Giada Biaggi, host di un altro mio podcast del cuore, Philosophy & The City e si ritorna giù verso le possibili derive distopiche del nostro futuro con Iconografie XX.
Quello che ha veramente catturato la mia attenzione, però, sono gli intermezzi in solitaria che Giada Arena regala ai suoi ascoltatori tra una chiaccherata e l’altra: oltre alle dovute presentazioni nella prima puntata, Giada ci parla del suo rapporto con il sesso e, in quella che forse è la mia preferita, dellla sua infanzia come bambina prodigio. Se gli episodi in compagnia di ospiti sono la parte “cruda”, quelli in cui Giada Arena ci parla da sola sono la compagine “nuda” di un podcast che viaggia su due binari paralleli, combinando con delicato gusto le intime riflessioni della sua host con il mondo che la circonda. Il risultato è quella rara sensazione che si prova quando il fato ci assegna un posto in carrozza insieme a un’amabile compagna di viaggio, con cui trovare conforto e provare disagio nelle stesse situazioni.
La prima stagione di Nuda & Cruda è stata registrata alla fine del 2020 con mezzi tecnologici non proprio avanzatissimi: ogni tanto l’audio non sarà perfetto, ma armatevi di buone cuffie perché dopo qualche minuto vi perderete nei lembi delle discussioni tra Giada Arena e i suoi ospiti senza farci troppo caso. È da poco iniziata la seconda stagione, che oltre a migliorare notevolmente la qualità dell’audio, aggiunge alla struttura di ogni puntata una gustosa novità: oltre all’ospite, ora fisicamente presente durante la registrazione, viene fatto ascoltare un messaggio vocale registrato da una terza persona, spesso inserito in maniera estemporanea con effetti parecchio comici. La prossima volta in cui vi sentite un po’ giù, ascoltate Nuda & Cruda e rinfrescatevi in un’oasi di «sincerità all’amatriciana».
🎧 Consigli di ascolto: partite dalla puntata zero, poi saltate avanti e indietro a seconda dei vostri gusti. Non saltate però la puntata con la mamma.
🧁 Bonus: se anche voi dopo aver ascoltato la puntata sull’utilizzo delle droghe volete saperne di più, andate ad ascoltarvi Stupefatti, come ho fatto io!
🎙️ Playback:
Esistiamo ormai da un po’ e sappiamo che non ci seguite tutti dagli inizi. Abbiamo quindi deciso di riproporre pezzetti di recensioni che abbiamo scritto tempo addietro per permettervi di recuperare tutti quei podcast stupendi che vi siete persi.
Gravity, Chora Media / Sandro Veronesi 🇮🇹
In Gravity si ripercorre in quattro puntate la partita più lunga della storia del tennis: una tre giorni dal sapore epico di scena sui campi di Wimbledon. […] Gravity è il raro e riuscitissimo esempio di un complicato intreccio letterario applicato al formato audio. Si viene sballottati qua e là intorno al globo, tra interviste e accadimenti che niente hanno a che vedere con il tennis, ma Veronesi e la squadra di Chora sono bravissimi a non perdere mai la bussola, riuscendo a raccontare in parallelo una miriade di storie diverse.
→ leggi la recensione completa
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
Giacomo si è dato da fare per organizzare una data dell’Astrovan Tour di C’è Vita nel Grande Nulla Agricolo? dalle parti di Genova. Perché non fate un salto a salutare?
L’host di Invisibilia ha scritto un gran bel libro, che ora è pure tradotto in italiano (qui c’è il link di Amazon, ma poi promettete che andate da un libraio, ok?)
Per nostra suprema tristezza è uscita l’ultima puntata (di sempre) di Reply All. Se non l’avete mai ascoltato, rileggetevi la nostra recensione e dateci dentro ‘che le puntate vecchie sono tra le meglio cose di sempre.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo