Ciao Orecchiabilinə,
come vanno le vostre giornate? Noi ci si arrabatta come si può. Tra qualche giorno torneremo entrambi a Berlino e stiamo cercando di capire come sopravvivere al ritorno in una città senza cielo. Giacomo ha scelto di nascondersi nei mondi immaginari delle teorie cospirazioniste con Complottismi. Chiara ha comprato un’acchiappasole e lo usa come metafora di qualsiasi cosa. Anche del mai sufficientemente compianto Mistery Show. È forse questa la fine del mondo, che dolce disdetta (cit.)?
Se avete bisogno di una dose suppletiva di podcast da ascoltare, potete tornare a frugare nei listoni dei podcast recensiti finora (italiani e in lingua inglese)
Pronti, partenza, play!
Complottismi, Radio Raheem 🇮🇹
Come reagireste se vi dicessi che Mario Draghi è stato messo alla guida dello stato italiano da una lobby segreta, formatasi nei monasteri del Sud America in seguito a un programma congiunto tra Comunione e Liberazione e la C.I.A., con lo scopo di indebolire l’Italia e preparare l’avvento di un techno-papato sotto la guida bifronte di Jeff Bezos e Bill Gates? Immagino alcuni di voi ridere di gusto, altri sgranare gli occhi e chiedersi quali sostanze più o meno lecite io abbia ingerito. E poi immagino Andrea Daniele Signorelli, l’host di Complottismi, guardarmi seriamente, prendere appunti e lanciarsi in un furioso lavoro di ricerca per capire da dove venga questo mio delirio proto-paranoico.
In Complottissimi infatti, Andrea Signorelli ci guida con piglio da appassionato ricercatore tra quelle che sono le fondamentali teorie cospirazioniste alla base dello sconfinato mondo complottardo. Ci sono tutti i grandi classici: gli Illuminati, il piano Kalergi, il Nuovo Ordine Mondiale, QAnon e perfino qualche accenno a quella primizia che sono i Protocolli dei Savi di Sion. Nel passare in rassegna tutto questo bendidio, Signorelli ricostruisce con perizia le origini storiche di ogni potenziale complotto, separando i fatti storici dagli elaborati castelli che negli anni (e in alcuni casi nei secoli) ci abbiamo costruito sopra.
Arrivati a questo punto della recensione, se siete come me e passate (troppa) parte del vostro tempo libero negli angoli più discutibili dell’internet, starete annuendo convinti e avrete già la prima puntata di Complottismi nelle cuffiette. Se invece questa sfilza di sostantivi vagamente esoterici non vi ha titillato le orecchie, vi starete chiedendo perché interessarvi di quelli che hanno tutta l’aria di essere vaneggiamenti di persone con, nella migliore delle ipotesi, una visione distorta del reale. Come spiega lo stesso Signorelli in uno splendido articolo sul Il Tascabile, però, “la visione che tende a patologizzare chi crede nelle teorie del complotto rischia [..] di essere eccessivamente parziale e soprattutto di individualizzare un problema che è invece sociale”. In altre parole, le teorie del complotto sono la spia di fratture e sconvolgimenti nel tessuto sociale, a cui una certa parte della popolazione risponde andando alla ricerca di un colpevole su cui riversare le proprie paure. In quest’ottica, interessarsi di teorie apparentemente senza senso e smontarne le narrazioni alla ricerca delle loro radici, è un esercizio indispensabile per capire la società in cui viviamo e le profonde tensioni che la attraversano.
Nel corso dei sette episodi Complottismi riesce a tenere insieme quest’analisi storica e sociale del mondo cospirazionista, con il racconto velatamente divertente di alcune tra le più assurde teorie che mai vi capiterà di ascoltare. Grazie alla punteggiatura offerta da un efficace sound design, la scrittura di Signorelli scorre via leggera, riuscendo nel difficilissimo compito di informare e intrattenere allo stesso tempo, senza mai sconfinare nello spiegone soporifero o nella facile ridicolizzazione.
In anni di pangolini portatori di COVID, assalti al Campidoglio e fake news varie ed eventuali, Complottismi è un podcast essenziale per capire cosa ci succede intorno e a mani basse il miglior prodotto audio, italiano e non, che io abbia ascoltato sull’argomento.
🎧 Consigli di ascolto: le prime sei puntate di Complottismi sono slegate, più o meno, le une dalle altre e affrontano ognuna una teoria cospirazionista diversa. Nella settima puntata invece, Signorelli analizza con due ospiti la nascita delle teorie del complotto e le ragioni profonde della loro esistenza.
🧁 Bonus: Reply All, uno dei miei podcast del cuore, ha fatto un lavorone nel ricostruire (abbastanza) definitivamente chi sono le persone che si celano dietro il famigerato Q di QAnon, raccontando le patetiche battaglie di chi cerca di mantenerne il controllo. Trovate l’episodio proprio qui.
🧁 Ri-Bonus: Radio Raheem, che ha prodotto Complottismi, è un luogo pieno zeppo di musiche belle e persone interessanti. Ne riparleremo sicuramente, ma vale la pena di esplorarne l’offerta.
Mystery Show, Gimlet 🇺🇸
Siamo all’inizio del 2016 e ogni mattina attraverso Piazza Maggiore a Bologna per andare a lavorare. È il mio primo vero lavoro, per un’azienda che ha a che fare con i podcast. «Con cosa?» mi chiedono parenti e amici, e forse me lo chiedo un po’ anche io. Inizio così a usare quei quindici minuti a piedi di personalissima commute per fare un po’ di esplorazione uditiva, rimpiazzando la musica con i podcast. Come solo le peggiori vittime delle cose carine e colorate sanno fare, vengo immediatamente attirata dalla copertina di un podcast, Mystery Show e poi dalla voce dell’host, Starlee Kine. Lo metto in cuffia e ad oggi mi sembra di non essermele mai tolte.
Mystery Show si presenta come un podcast in cui Kine cerca di risolvere piccoli misteri, a partire da domande o dubbi che sono capitati a lei o ai suoi amici. Ci troviamo dentro l’ossessione verso la vera altezza di Jake Gyllenhaal, dibattuta fervidamente in forum su internet, la scomparsa improvvisa di una videoteca a Manhattan o la fibbia di una cintura il cui introvabile padrone sembra essere un anziano chef svizzero. Ascoltandolo, Mystery Show si rivela essere qualcosa di più di un semplice podcast su frivoli misteri: è come uno di quei prismi acchiappasole che si appendono vicino alla finestra e improvvisamente circondano la stanza di gemme di luce color arcobaleno.
Ogni piccola storia e ogni piccolo avvenimento inspiegabile della nostra quotidianità prende forma e colore se lo guardiamo con gli occhi a forma di prisma. Così, ognuno dei sei episodi di Mystery Show ci ricorda tra momenti di avvincente suspense, sorpresa e malinconia, che osservare le piccole cose della nostra quotidianità con la stessa curiosità con la quale affrontiamo le più grandi ci riporta in uno stato di sostenibilissima e coloratissima leggerezza.
La voce di Kine è forse una delle cose più colorate di questo podcast e si riverbera attraverso tutti i livelli narrativi delle storie che racconta. La narrazione riesce ad essere contemporaneamente buffa, seria e spigliata, sostenuta da una musica composta ad hoc per il podcast. Menzione speciale va alla sigla “Those Mysteries”, il cui ascolto mi fa immaginare come potrebbe essere Starlee Kine se Mistery Show fosse una serie tv: una giovane Jessica Fletcher, che vive a Manhattan con i suoi cool friends, prima di diventare un’affermata scrittrice di gialli e trasferirsi a Cabot Cove.
L’unico vero problema di Mystery Show è che ha prodotto solamente sei episodi e, dopo quasi sette anni, le speranze che esca una seconda stagione sembrano sfumate. Restando nella metafora, il sole è tramontato e il prisma acchiappasole è tornato ad avere una sola funzione ornamentale. Un anno dopo la fine della prima stagione, Starlee Kine ha infatti annunciato che il podcast era stato cancellato e che lei non era più una dipendente di Gimlet. A sentire Alex Blumberg, CEO di Gimlet, la ragione della cancellazione era che il podcast, nonostante la sua popolarità, fosse economicamente insostenibile. La versione di Kine è che lei sia stata fatta fuori per altre ragioni, probabilmente più personali. Ironia della sorte, l’unico mistero ancora irrisolto è cosa sia veramente accaduto e perché non abbiamo nelle orecchie una seconda, terza, quarta, quinta… stagione di Mystery Show.
🎧 Consigli di ascolto: conservate gli episodi gelosamente per ascoltarli nel momento giusto, con le orecchie bene attente. Gustatene ogni minuto e partite dal primo. Sul sito di Gimlet, nella pagina dei singoli episodi, trovate la trascrizione.
🧁 Bonus: Per chi vuole approfondire la debacle, e farsi una cultura sul business dei podcast ai suoi albori, può leggere questo articolo di Vox. Chi invece vuole capire quanto è diventato popolare il podcast può guardare Kine risolvere il mistero dell’altezza di Jake Gyllenhaal insieme a Conan O’Brien nel suo show. Ma la cosa forse più interessante è questo podcast chiamato Mystery Solver che è una sorta di parodia-omaggio al podcast. Il primo episodio vale l’ascolto: racconta di Sunnie Huggs, che aveva un podcast molto popolare chiamato Mystery Loves Company ma un giorno è stato cancellato e lo ha scoperto perché non riusciva più a timbrare il cartellino per entrare nell’azienda in cui lavorava, Goblet Media. Ah, sembra che Kine non abbia apprezzato molto.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
Mentre noi siamo qui a rivangare i fasti di un tempo, intanto Spotify è al centro di un bel casino che ha a che fare con i podcast, e in particolari quelli che strizzano l’occhio ai complotti e alle fake news, come Joe Rogan, ma ha a che fare con una questione ben più ampia, che diventa sempre più attuale. Quella delle piattaforme gestite da privati ma che hanno funzioni simili a quelle del servizio pubblico nella distribuzione delle informazioni. Spotify è un editore, è un servizio di streaming, è una piattaforma tecnologica, è tutte queste tre cose o nessuna? Ne ha fatto un buon riassunto Andrea De Cesco nel suo Questioni d’Orecchio.
È uscita qualche giorno la puntata finale di Paradiso Amaro, un podcast a base di amari e chiacchiere. Per scelta tendiamo a non recensire i podcast di sole interviste, ma a Paradiso Amaro volevamo silenziosamente bene, ecco. A risentirci presto!
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo