Ciao Orecchiabilinə,
sono arrivati i primi caldi e, come sempre, noi vi parliamo di cose che nulla hanno a che vedere con l’estate. Sarebbe troppo semplice no? Quindi, beccatevi due storie tanto diverse quanto complesse: il rapporto tra giovani sportivi e allenatori con La Promessa e quello di giovani nipoti con le storie passate delle proprie famiglie con Half-Life.
Pronti, partenza, play!
La promessa, Michela Mancini per Rai Radio Uno 🇮🇹
Tra le poche costanti della mia vita c’è un profondo e continuativo rapporto d’amore con lo sport, visto sia come attività da praticare per annegare il cervello nelle endorfine, sia come modo per passare il tempo e vivere emozioni altrimenti inaccessibili seduti comodamente in poltrona. Nonostante tutto questo amore e una certa natura competitiva, il me bambino non è mai riuscito a farsi andare giù l’attività agonistica, tra allenatori urlanti, sveglie ad orari improbabili e la sottile percezione di un ambiente vagamente tossico. Per farla breve: troppo ansia e sacrificio per un giovane Giacomo.
C’è chi invece questi sacrifici è disposto a farli. Centinaia di ragazze e ragazzi che fin da giovanissimi abbandonano la possibilità di vivere un’esistenza normale, si trasferiscono a centinaia di chilometri da casa e dedicano la loro intera vita allo sport. A guidarli in questo difficile percorso ci sono i loro allenatori, che, spesso, diventano anche i loro adulti di riferimento. Tra le due parti una promessa: se mi dai tutto, ti farò diventare un campione.
Cosa succede però quando la fiducia di giovani atlete viene tradita? Come reagire quando a questa promessa si affiancano abusi e violenza? E ancora: cosa fanno le federazioni sportive in questi casi? È su queste domande che si sofferma La promessa, il nuovo lavoro di Michela Mancini, cercando di trovare le risposte scavando in (orribili) storie accadute in tre diverse discipline sportive: ginnastica ritmica, basket ed equitazione.
La narrazione procede su due piani paralleli: da un lato le interviste con le vittime e i loro familiari, dall’altro un tentativo di far luce sugli astrusi processi della giustizia sportiva. Dosando con sapienza le parole, Mancini riesce a trattare con estremo tatto e delicatezza le storie che le sono state affidate, lasciando che siano i protagonisti a dirigere la narrazione e, metaforicamente, riappropriarsi delle proprie dolorosissime storie. Questo lato morbido dell’autrice calabrese sparisce quando si tratta di mettere in chiaro tutte le storture che circondano le federazioni sportive e il modo in cui vengono trattati casi di gravità inaudita come quelli presentati. Non sto qui a farvi un riassunto dello schifo presentato in questo podcast, ma vi basti sapere che la voglia di prendere torce e forconi è tanta.
Dal punto di vista sonoro, La promessa conferma la cifra stilistica di Mancini, fatta di interviste composite e musiche dall’alto potenziale evocativo, grazie anche alla continua collaborazione con il duo Ribuoli-Verolini (musiche e montaggio). L’impressione è che rispetto ai lavori precedenti si sia scelto di puntare meno sul sound design, per restituire l’immediatezza e l’urgenza con cui sarebbe necessario parlare di queste storie e pretendere serie riforme della giustizia sportiva.
In quest’ottica ascoltare La promessa diventa quasi un esercizio politico, necessario per evitare che quanto successo a decine di ragazze e ragazzi possa ripetersi ancora e ancora e ancora.
🎧 Consigli di ascolto: se già non l’avete fatto potete recuperare Gli ammutati e Il paese dei pazzi, gli splendidi lavori che Mancini ci ha regalato negli ultimi due anni.
Half-Life, The History Podcast, Joe Dunthorne per BBC Radio 4/Falling Tree 🇬🇧
Sarete sorpresi di sapere che c’è un genere che su di me ha addirittura più presa del true crime. La mia curiosità narrativa è infatti da sempre titillata dalle storie familiari genere frequentatissimo nella letteratura e, ahimè, non così popolare nel mondo dell’audio. Storie di nonni, bisnonni e trisavoli, raccolte da nipoti e figli che spesso non riescono a capire quanto ci possa essere di vero in quello che è arrivato alle loro orecchie. Può così capitare che Joe Dunthorne, autore del podcast in oggetto, cresca pensando sia in qualche modo normale che sua nonna si lavasse tutti i giorni i denti con un dentifricio al radio (!?).
Da qui parte Half-Life, con una storia che mescola insieme la Germania nazista, un bisnonno chimico e una pasta per i denti radioattiva. Quello che mi ha colpito di questo lavoro prodotto da Falling Tree non è però tanto la storia (comunque eccezionale), quanto il modo in cui Dunthorne racconta tutto questo come se stesse ancora rovistando dentro una vecchia scatola di famiglia: con dolcezza e ironia capaci di trasformare i suoi inciampi in parte integrante del racconto. Se per l’autore, e per noi che ascoltiamo, tutto inizia con l’epica storia della fuga della sua famiglia ebrea dalla Germania nazista del 1936, già dal primo episodio si capisce che la faccenda è ben più complicata di così. La nonna di Dunthorne infatti non ha esattamente voglia di confermare l’eroicità della storia della sua famiglia e i dubbi di Dunthorne sul lavoro del bisnonno Siegfried, un chimico, vengono confermati da un memoir di duemila pagine scritto da Siegfried stesso.
Come spesso succede in questi casi, Dunthorne si trova quindi a dover prima validare e poi confutare quanto trasmesso da genitori, nonni eprozii, rivedendo quella che sembrava essere un’incrollabile verità familiare tramandata attraverso le generazioni. Al di sotto di questa, Dunthorne scopre storie taciute, vite dimenticate, e una realtà ben più controversa di cui nessuno in famiglia ha mai avuto il coraggio di parlare. Così, nel tentare di trovare conferma alle epiche gesta del nonno, Dunthorne si trova a delineare i contorni di una figura problematica al di là dei suoi esperimenti con materiali radioattivi. Senza spoilerare troppo, a pagina 1692 del memoir, il nonno confessa un legame ben più profondo con la Storia. Il tutto è veicolato alla grande grazie alla produzione curata da Eleanor McDowell di Falling Tree, da sempre sinonimo di grande qualità e originalità tanto narrativa quanto sonora: per tutto il podcast siamo accompagnati da suoni rarefatti, accentuati anche da registrazioni d’archivio e da un’atmosfera che oscilla magistralmente a metà tra il tenebroso e l’autoironico.
Ascoltando Half-Life, ci si rende conto di quanto sia difficile accettare che la verità – quella vera – non arriva mai tutta in una volta. È fatta di omissioni, di memorie che esplodono tardi, come le bombe inesplose di Oranienburg di cui a un certo punto sentirete parlare. E di domande che, una volta sollevate, non puoi più ignorare.
🎧 Consigli di ascolto: ascoltate anche solo la prima puntata, che per me è un compendio di come si fa (e non si fa) audio journalism <3
🧁 Bonus: Dunthorne ha anche pubblicato un libro sull’incredibile storia della sua famiglia: Children of Radium
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
Come preannunciato qualche settimana fa, sono usciti due nuovi episodi di Botanismi, il podcast di piccoli racconti tra uomini e piante del nostro Giacomo (in compagnia di grandi co-autrici)
Se siete tutti intenti a programmar vacanze, a fine settembre troverete una delegazione orecchiabile al XTMR Festival nel Sussex, un festival bello di gente bella (e chissà che questa news non sia collegata a quella appena qui sopra)
Se poi l’audio lo fate pure, non potete mancare al MIRP, il meeting dei produttori indipendenti che si terrà a dicembre dalle parti di Bruxelles.
Gioite, gioite, un anno dopo la sua cancellazione da parte di Spotify, Heavyweight ha trovato casa. Nel feed trovate qualche nuovo corto fatto dai suoi autori e si parla già di una nuova stagione autunnale.
Jonathan Zenti, di cui spesso vi abbiamo parlato qui, ha lanciato un podcast solo per i suoi Patron. Se eravate lì lì per, questo è un buon momento per iscrivervi e supportare il suo lavoro.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo
Ciao Orecchiabile! Anche Patti Smith, in una sua recente newsletter, ha parlato di Children of Radium... Ora sono curiosa di ascoltar questo podcast! ;)