Ciao Orecchiabilinə,
le nostre introduzioni si accorciano con l’accorciarsi delle giornate, ma anche questa settimana siamo qui a parlarvi di due gran belle cose che, come spesso ci accade, non hanno poi granché in comune.
Iniziamo ridendo di assortite disgrazie insieme a Chiara e a Humor Nero e chiudiamo con un lungo viaggio pieno di droga e punk in quel posto pazzissimo che doveva essere la Los Angeles di inizio anni ottanta con Peter and the Acid King.
Pronti, partenza, play!
E ricordatevi, ascoltare podcast ogni volta che uscite di casa potrebbe evitarvi di finire con quella terrificante canzone di Mariah Carey nelle orecchie (che Chiara si ostina a chiamare capolavoro).
Humor Nero, Laura Formenti 🇮🇹
Nelle mie variegate e disperate ricerche di podcast in italiano da scoprire, tendo a evitare di ascoltare quelli che fino a poco tempo fa si chiamavano podcast conversazionali e che, ora che sono un format vero e proprio, si chiamano videopodcast, caratterizzati da quella fondamentale contraddizione (perché è un podcast, se c’è un video?) che Pietro Minto racconta bene in un articolo uscito qualche mese fa e che qui, volendo fare un sunto, definirei come quella tipologia di podcast in cui due persone o più si registrano in video mentre discutono di argomenti qualsiasi. Il tutto condito da luci professionali, cuffie e microfoni Shure che danno immediatamente l’impressione che chi ci parla abbia qualcosa da dire ma, come dice anche lo stesso Minto, «no. Non necessariamente».
Non è questo il caso del podcast di Laura Formenti, stand-up comedian italiana, il cui videopodcast ha una linea ben precisa: ridere di quello che ci fa male, in realtà ci fa bene. Humor Nero ha la struttura lineare delle interviste con ospiti: cappello introduttivo, spiegazione di chi sono gli invitati e del perchésono lì. Aborto, gioco d’azzardo, disturbi alimentari, immigrazione, morte, malattie e cambi di carriera involontari. Nel podcast Laura scherza insieme ai suoi ospiti su tutto quello che solitamente viene considerato tabù, prendendosi la licenza di ridere delle disgrazie. Nel podcast Formenti spiega come questo approccio alla tragedia sia una conseguenza “naturale” del suo lavoro di stand-up comedian, su cui ha deciso di insistere da quando ha portato in scena uno spettacolo comico sulla sua esperienza legata all’interruzione di gravidanza. Secondo Formenti infatti, se c’è una cosa che la stand-up comedy le ha insegnato è che non c’è niente su cui non si possa scherzare.
Ascoltare Humor Nero è un invito a utilizzare l’ilarità come strumento per esorcizzare qualcosa che ci spaventa o ci fa soffrire, ma anche per dimostrare che, in un’epoca in cui tutti aspiriamo a essere i protagonisti online di una narrazione che sembra scritta dagli autori di C’è Posta Per Te, altre narrazioni sono possibili grazie all’ironia, la leggerezza e anche il sarcasmo.
🎧 Consigli di ascolto: sebbene sia un videopodcast è ascoltabilissimo anche solo in cuffia, Formenti è molto brava a ricordarsi di spiegare a chi ascolta e basta cosa sta accadendo, cosa che invece spesso nei videopodcast viene completamente ignorata, lasciando l’ascoltatore in cuffia decisamente perplesso.
Peter and the Acid King, Penelope Spheeris, iHeart Podcasts 🇺🇸
Anni fa mi era capitata tra le mani una biografia di Basquiat e mi ero follemente innamorato di quella New York tutta droghe pazzerelle, loft e follia. Credevo di essere uscito da quella fase adolescenziale in cui sogni di vivere in posti assurdi e vagamente pericolosi, costruiti su quel misto di degrado e creatività in cui da sempre fiorisce rigogliosa l’arte. Poi ho ascoltato Peter and the Acid King.
Siamo nel 1980 e, dopo una crisi che ha triplicato il numero di senzatetto per le sue strade, Los Angeles è una città dove si riesce a vivere con pochi soldi, accontentandosi di quelle poche briciole che vengono lasciate sui tavoli dei pantagruelici banchetti hollywoodiani. Come spesso succede in questi casi, la città diventa quindi rifugio di sbandati e artisti che, in questo caso, trovano la loro casa intorno alla scena punk losangelina. A quei tempi vi poteva capitare di godervi un concerto dei Black Flag in compagnia di Bruce Springsteen in qualche buco sudato, per poi finire la serata a bere in locali pieni di cocaina e bottiglie rotte con David Lynch e John Belushi. È così che sono nate un sacco di cose bellissime, tra cui questo splendido momento in cui Belushi convince gli autori di Saturday Night Live che invitare dei punk in trasmissione sia una grande idea. I risultati li vedete qui sotto:
È in questo humus di droga, alcool e punk che si muove Peter Ivers, il personaggio a cui Peter and the Acid King è dedicato. Peter suona l’armonica, fa uscire dischi piuttosto strambi e di nessun successo per la Universal, si veste con giacche di lustrini rosa, scrive la theme song per Eraserhead di Lynch e conduce uno show televisivo da uno scantinato in cui fa suonare gruppi della scena punk e recita monologhi senza senso. Peter non è né un punk né un pezzo grosso dell’industria, ma galleggia tra i due mondi, fungendo da punto di contatto tra l’underground e, così lo chiamava lui, l’overground. Poi, inspiegabilmente, Peter viene ucciso.
A portarci nella vita di Peter è Penelope Spheeris, una regista di film commerciali e di documentari sul punk di L.A, ma soprattutto una delle migliori amiche di Peter. Il suo racconto di quei pazzi anni si alterna con stralci di interviste registrate da Alan Sacks, un altro grande amico di Peter, che, come lei, è ancora oggi ossessionato dal suo irrisolto omicidio.
Ho iniziato ad ascoltare Peter and the Acid King con un po’ di riluttanza, pensando di trovarmi davanti all’ennesimo true crime senz’anima. E invece, guarda un po’, ho trovato un lavoro che si concentra soprattutto sul raccontare con grande affetto e lucidità una persona e un periodo storico che, per chi ha prodotto il podcast e per un numero sorprendente di persone, sono stati di grande importanza. Come è giusto che sia, il podcast si conclude con una doverosa coda sulle teorie più o meno assurde che circondano la morte di Peter, ma lo scopo di questo onestissimo lavoro è ben lontano dallo squallido mercimonio del dolore di tante altre produzioni. C’è dell’amore. Tanto e ben visibile. C’è tutto un pazzo mondo in cui vorrete perdervi. E poi c’è lui, l’inquietante “Acid King” di cui lascerò siate voi a scoprire l’assurda storia. Buon divertimento.
🎧 Consigli di ascolto: purtroppo il podcast è zeppo di pubblicità fastidiosa, che par messa lì solo per annoiarti. Sopportalela.
🧁Bonus: se vi piace il pop storto dal sapore un po’ vintage, qualche anno fa è uscito un album rimasterizzato dei lavori di Peter.
🧁🧁 Bonus: finché dura a questo link youtube trovate The Decline of Western Civilization, il seminale documenario di Penelope Spheeris sul punk losangelino.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
Questo weekend a San Marino c’è Tactus, una bellissima duegiorni sulla radiofonia organizzata da USMARADIO con tante delle nostre persone preferite di questo piccolo mondo italico dell’audio. Noi non ce la facciamo, ma andateci anche per noi. Trovate tutte le info al link qui sopra.
Tra tre settimane invece a Bologna c’è la nuova edizione di Turn On Your Ears, un weekend super interessante dedicato al radiodramma e all’audio-fiction. Appena le abbiamo vi diamo preziose informazioni su calendario e orario.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo
Thank you for doing for doing what you do!