Corpi, femminismo e viaggi in treno
le recensioni di “Corpi Liberi”, “Chiamatemi Fufi” e "Derive"
Ciao Orecchiabilinə,
vi scriviamo da un treno (in realtà sono due, ma non complichiamo troppo le cose) che ci porta dritti dritti a incontrare alcuni di voi a Bologna questa sera. Ci troveremo da ZOO insieme a Sara Poma e Silvia Ranfagni e vi parleremo di Prima e Corpi Liberi cercando di non balbettare troppo e di tenere una certa ansietta sotto controllo.
Come gustoso antipasto della serata, abbiamo scelto di aprire questo numero della newsletter parlandovi proprio di Corpi Liberi e del suo coraggioso approccio alla disforia di genere, per poi seguire insieme alle autrici di Chiamatemi Fufi i contorni della vita di Fufi Sonnino, una delle più famose cantautrici del femminismo italiano e una delle protagoniste di Prima.
Incastonata tra queste due gemme, troverete la prima recensione sponsorizzata della breve vita di Orecchiabile. Dopo esserci confrontati con molti di voi, abbiamo scelto di aprirci a collaborazioni nel tentativo di rendere Orecchiabile un progetto sostenibile a lungo termine. Avremmo potuto farlo senza far tanta pubblicità alla faccenda, ma ci teniamo a essere il più trasparenti possibili. Ci teniamo anche a rassicurarvi che, siccome vogliamo molto bene a voi che ci leggete, ci premuriamo di lavorare solo con persone belle che fanno cose che vale la pena di ascoltare.
Pronti, partenza, play!
Corpi Liberi, Chora Media/Spotify 🇮🇹
Ci sono dei giorni in cui, nonostante la abbacinante gioventù che sprizza da tutti i miei pori di splendido trentaseienne, mi sento terribilmente vecchio. L’ultima volta che sono stato investito da questa sensazione di anzianità incipiente è stato quando, al Pride di Genova, mi sono fermato a parlare di identità di genere con una banda di rampanti ventenni. Dopo anni di vita a Berlino pensavo di potermi districare piuttosto agevolmente tra la pletora di identità non-binarie in cui i nati negli anni duemila si muovono con fluida agilità. Ovviamente non è stato affatto così e mi son trovato ad annuire non troppo convinto mentre i giovani, loro si, mi riversavano addosso una valanga di informazioni che non sono sicuro di aver ancora digerito interamente.
Qualcosa di simile è successo anche a Silvia Ranfagni quando, in un placido momento casalingo di un giorno qualunque, l’adolescente di cui è genitrice, Alex, le ha comunicato di essere trans. Ora, Silvia è persona cosmopolita e di ampie vedute, abita in un quartiere piuttosto inclusivo di una grande città e su di un personaggio trans ci ha pure scritto un film. Tutto bene quindi? Insomma. Tra conoscere la definizione di un termine e capire come ci si sente a viverci dentro, ci passano almeno tre o quattro oceani di incomprensioni, maldestri tentativi di azzeccare il giusto pronome e infiniti dubbi.
Corpi Liberi è il personalissimo racconto di come Silvia è riuscita ad accettare, accogliere e infine comprendere l'identità di Alex. A guidarla in questo viaggio ci ha pensato Mark, un ragazzo di qualche anno più grande, la cui storia di transizione è la stampella su cui Silvia si appoggia per provare a rispondere a tutte le domande che le frullano in testa. Nei sei episodi del podcast ripercorriamo il percorso di Mark e della sua famiglia grazie a delle toccanti interviste intergenerazionali, da cui trasuda tutto un misto di confusione e amore con cui è impossibile non empatizzare. Alla storia di Mark, si alternano le riflessioni di Silvia, che, con grande coraggio e ironia, mette in pubblico i dubbi e le inquietudini che assalgono noi “persone del Medioevo” quando ci confrontiamo con tutta questa sfolgorante modernità.
Grazie alla spumeggiante parlantina di Silvia, Corpi Liberi riesce a inoltrarsi in argomenti piuttosto spinosi con una certa leggerezza, evitando la trappola del “podcast militante” e regalando agli ascoltatori una traccia da seguire per avventurarsi senza timore nella multiforme selva delle identità di genere. Nel deserto culturale italiano, Corpi Liberi è un’oasi a cui abbeverarsi, per meglio capire noi stessi e il mondo che ci circonda e iniziare a farsi delle domande su quanto inutile sia difendere a spada tratta la presunta purezza di un mondo binario, con il solo risultato di generare indicibili sofferenze.
🎧 Consigli di ascolto: se avete letto questa recensione pensando che in fondo tutta questa cosa qua delle identità di genere non vi interessi, Corpi Liberi è il podcast perfetto per voi. Dico davvero eh. Provate a dargli un ascolto e mi ringrazierete.
🧁 Bonus: se avete bisogno di un facile sommario da leggere per cercare di farvi un’idea su identità di genere e dintorni, Questioni di un certo genere de Il Post è un’ottima introduzione all’argomento
Questo numero di Orecchiabile vi arriva anche grazie all’amorevole supporto economico del podcast di cui stiamo per parlare proprio qui sotto. Ve lo diciamo perché vogliamo essere il più trasparenti possibile e per rassicurarvi che, siccome teniamo molto a voi lettori, ci premuriamo di lavorare solo con persone belle che fanno cose che vale davvero la pena di ascoltare.
Derive, Chora Media/Trainline 🇮🇹
Una delle cose che più mi piace fare è perdermi volontariamente per le strade delle città in cui mi trovo, mettendo in stand by quella parte del cervello che trova conforto nell’ordinata certezza di mappe, orari e programmi e lasciando invece all’istinto il compito di guidare i miei piedi. Che si tratti dei massicci vialoni di Berlino Est o dei tortuosi vicoli di Genova, è proprio gironzolando senza una meta che ho scoperto alcuni dei miei angoli preferiti di mondo.
Derive è il podcast realizzato da Chora Media per Trainline, l'app per confrontare e prenotare treni in Italia e in Europa, in cui questo dolce vagare viene gentilmente offerto alle nostre orecchie da una flaneur d’eccezione come Ema Stokholma. Guidati dal suo inconfondibile accento, la seguiamo in un immaginario tour ferroviario attraverso le più famose città italiane. In ogni tappa, partendo da quel luogo fantastico e gravido di possibilità che sono le stazioni ferroviarie, Ema lascia che ricordi e suggestioni architettoniche la trascinino in un sorprendente turbinio di incontri, storie e musica in alcuni dei luoghi meno conosciuti di queste città.
Scritto da Ivan Carozzi, già autore di FRIGO!!! per la stessa Chora, questo podcast strizza l’occhio al situazionismo bolognese e alle derive psicogeografiche di Radio Alice e dei Wu Ming, ricordandoci come, ogni tanto, sia necessario abbandonare traiettorie e tragitti già battuti e lasciare che sia il nostro istinto a guidarci alla scoperta delle ricchezze nascoste dei posti in cui viviamo: un toccasana per padiglioni auricolari già affaticati dal ritorno alla vita post-vacanziera.
🎧 Consigli di ascolto: provate ad ascoltare Derive in quelle noiose mezz’ore di ufficio in cui a lavorare proprio non si riesce, magari inseguendo Ema Stokholma con il mouse su Google Maps.
🧁 Bonus: se avete bisogno di una giustificazione teorica per decidere di poter girare a caso nei vostri quartieri, questo libro di Guy Debord potrebbe aiutarvi.
Chiamatemi Fufi, Francesca Bellino e Fabiana Carobolante, Tre Soldi / Rai Radio 3 🇮🇹
Chiamatemi Fufi è un audio documentario su Fufi Sonnino, cantautrice, chitarrista e attivista del femminismo italiano della prima ondata. Nata nel ‘40 a Roma da padre ebreo e madre cattolica, Fufi scopre fin da subito di essere attratta dalle donne. Grazie a un inaspettato viaggio in Olanda, si imbatte nell’esistenza di un mondo alternativo, in cui l’omosessualità viene considerata come parte di un futuro possibile. Tornata a Roma, inizia fin da subito a militare nei movimenti omosessuali e poi in quelli femministi, diventando la voce e la musica del collettivo. Tutte le canzoni di quegli anni, compresa la prima a raccontare un amore tra donne in Italia, sono uscite dalla sua penna.
La vita di Fufi è condensata in cinque episodi da una ventina di minuti l’uno, con il montaggio del duo Bellino-Carabolante a restituirci i suoi racconti e i suoi pensieri in un ordinato flusso di coscienza. Fin dai primi secondi la voce della cantautrice avvolge i padiglioni auricolari degli ascoltatori, accompagnandoli con dolcezza dentro il complicato viaggio della sua esistenza. A tratti la voce le trema e ha il suono degli occhi lucidi di chi ricorda la propria sofferenza e si commuove al solo pensiero di anni difficili.
L’ascolto degli episodi scorre facile e le mille sfaccettature di una Fufi ora dolce e felice, ora malinconica e orgogliosa, sciolgono i nodi della sua vita come balsamo tra i capelli. Il podcast si conclude con un tripudio finale in cui la cantautrice e le sue amiche, riunitesi a bere un salutare tè pomeridiano, ricordano con voci affaticate dal tempo gli anni della militanza e i frutti delle loro battaglie. Chiamatemi Fufi ci porta con uno sguardo personale in un periodo di grande importanza per il femminismo italiano, raccontandoci una di quelle vite che, in maniera spesso inconsapevole, si trasformano in catalizzatori per il nostro inconscio collettivo.
🎧 Consigli di ascolto: su un treno, sul divano, camminando o sul terrazzo, ascoltate Chiamatemi Fufi in un momento in cui siete prontə per accogliere la tenerezza delle vite altrui. E considerate che almeno una lacrima può scendere, quindi ecco magari evitate di ascoltarlo in pubblico.
🧁 Bonus: nel podcast viene spesso nominata Maria Silvia Spolato, la prima donna a dichiararsi pubblicamente omosessuale in Italia e il personaggio centrale dello splendido Prima (in cui ovviamente appare anche Fufi)Di questo podcast, di Fufi Sonnino e di Maria Silvia Spolato, parleremo oggi nel nostro incontro a Bologna, con Sara Poma e Silvia Ranfagni, con la dolcissima collaborazione di ZOO Bologna.
🧁 Ri-Bonus: Fufi fa una comparsata pure nel secondo episodio di Derive, nell’inedita veste di alchimista gattara.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
Dopo anni e anni e anni, una giudice della contea di Baltimora ha liberato Adnan Syed, il protagonista della prima di Serial, il podcast che ha cambiato completamente il panorama dell’audio mondiale (e le nostre vite) ormai otto anni or sono.
Come ogni settembre, è uscita la nuova stagione di Heavyweight, il nostro podcast preferito.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo