Ciao Orecchiabilinə,
senza nemmeno accorgercene abbiamo compiuto tre anni. Come da tradizione abbiamo pensato di fare qualcosa di bello e celebrativo e come da tradizione ce ne siamo completamente dimenticati.
Con quel vago senso di malessere di chi si è appena accorto di essersi perso il compleanno di un caro amico, andiamo a vedere di cosa vi si racconta oggi. Manco a farlo apposta, l’inconscio di Giacomo ha scelto di parlarvi di Smemorati, un podcast su Alzheimer e rapporti familiari. A seguire, Chiara portamo fuori stagione in Finlandia tra corse con le renne e storie pazze con Burn Slush!, il tutto inframezzato da Can You Say Haa?, sottotitolato per l’occasione dalla vostra newsletter preferita.
Pronti, partenza, play!
Smemorati, Chora Media 🇮🇹
Anna Maria Selini, giornalista, è l’autrice di Smemorati e, soprattutto, la figlia de “il Giulio”, il personaggio intorno a cui gira questo tenero podcast di Chora Media. Il Giulio ci viene presentato come un affabile novantenne affetto da Alzheimer, a cui la malattia sta piano piano erodendo la memoria. Di fronte alle mancanze dei suoi neuroni però, il Giulio spesso risponde con creatività, inventandosi storie ai confini del verosimile per ripopolare quei ricordi che si sono persi per strada.
In Smemorati Selini raccoglie le storie che le vengono raccontate dal suo anziano padre e le setaccia alla ricerca di quelle piccole pepite di verità in esse contenute, in un processo che diventa al contempo un modo per fissare la memoria orale della famiglia e uno strumento da usare per venire a patti con l’inesorabile avanzata della malattia.
Il podcast vive quindi di queste due anime. Da un lato abbiamo la Selini giornalista, che suddivide il suo tempo tra un estenuante lavoro di fact checking su storie avvenute (forse) una sessantina di anni orsono e il tentativo di capire con l’aiuto di esperti cosa stia accadendo al padre. Dall’altro abbiamo la Selini figlia, che, come lei stessa ammette, non riesce ad arrendersi alla progressiva scomparsa del “suo” Giulio dentro le pieghe dell’Alzheimer e trova in ogni conferma delle storie che racconta l’assicurazione che, in fondo, suo padre è ancora lì davanti a lei.
Per noi che ascoltiamo, Smemorati diventa così un azzeccato mix tra una piccola raccolta di istantanee sulla vita di Giulio e un sentito compendio di pensieri ed emozioni di chi si trova a dover affrontare la malattia di una persona cara. Nonostante si senta la mano di Chora sulle rifiniture, la narrazione e il comparto sonoro non si fanno notare per personalità e particolari guizzi di creatività, ma, forse, vista la natura intima delle tematiche raccontate va anche bene così. Quel che resta in primo piano sono le voci di padre e figlia, impegnate nel trovare modi nuovi di volersi bene.
Giacomo
🎧 Consigli di ascolto: per la seconda volta consecutiva vi segnalo un podcast di cui sono uscite solo un paio di puntate, con le altre in arrivo nei prossimi giorni. Appuntatevi i giovedì sui vostri calendari.
Can You Say Haa?, Orev Reena Katz 🇺🇸 (sub 🇮🇹)
Sabato scorso ho organizzato un paio di ascolti pubblici in un evento benefit per le famiglie palestinesi arrivate a Genova da pochissimo. Tra i pezzi scelti, c’era Can You Say Haa?, un lavoro che vent’anni fa aveva stregato la giuria del Third Coast Award con una narrazione sognante e un perfetto miscelarsi di memorie e musica portando l’autrice a vincere il premio come miglior artista esordiente. Nel lavoro di Katz si parla di mappe e linguaggio e dell’importanza di entrambi nel rapporto tra Israele e Palestina, il tutto raccontato dal punto di vista di una persona cresciuta con famiglia ed educazione ebreo-ortodossa in Canada.
Oltre ad essere un vero piacere per le orecchie, Can You Say Haa? permette di aprire spiragli di riflessione un po’ più ampi rispetto allo squallido muro contro muro a cui assistiamo giornalmente sui media nostrani.
Giacomo
🧁 Bonus: se volete donare alle famiglie arrivate a Genova (spesso per portare i bambini all’ospedale pediatrico della città) potete farlo qui attraverso un’associazione gestita da quattro artiste e musiciste. Se invece volete mandare soldi a chi sta cercando di fuggire da Gaza, questa è una delle tante famiglie che si possono aiutare. In entrambi i casi sono amici e sappiamo che i soldi andranno nei posti giusti.
Burn Slush!, Cathy FitzGerald 🇺🇸
Per rispettare la tradizione di questa newsletter nell’essere mai sul pezzo, in pieno inizio di primavera vi consiglio di indossare un cappello di lana, possibilmente completo di vistoso pon pon, e di ascoltare un freddoloso audiodocumentario ambientato tra le renne e i laghi ghiacciati della Finlandia. Perché? Perché la primavera mi rende nostalgica e mi sono messa a riascoltare i lavori del mio cuore, un po’ come quando invece di uscireapri un album di foto dei ricordi.
Ho ascoltato Burn Slush! in un mondo pre-pandemia, mentre tornavo da un weekend londinese speso con gusto ad un corso sulla produzione di audio documentari tenuto proprio da Cathy FitzGerald, l’autrice di questo pezzo. L’ascolto di questo audio documentario mi riporta a quel periodo felice e curioso che ha preceduto l’inizio della pandemia, e il sound design soffice e delicato di FitzGerald è diventato negli anni una coperta di baby alpaca in cui mi rintanarmi alla ricerca di conforto.
Burn Slush! segue l’autrice mentre si avventura nel grande nord innevato della Finlandia per documentare la Porokisat, la competizione sportiva di corsa con le renne per eccellenza, molto popolare in tutto il Circolo Polare Artico. Immersi con lei nei rumori del ghiaccio, della neve e dei nasi che colano, visitiamo con FitzGerald la piccola città di Inari dove ogni anno si tiene, appunto, la Porokisat più importante, che permetterà di incoronare, tra 24 concorrenti in gara, il “Re delle Renne”. La competizione avviene su una pista lunga due chilometri scavata nel lago cittadino, circondata dagli spettatori che si riuniscono per assistere e fare il tifo bevendo vodka e succo di mirtillo, mangiando carne di renna e cantando canzoni tradizionali finlandesi.
FitzGerald ci accompagna nel suo viaggio all’esplorazione di questa tradizione locale con una delicatezza e un’arguzia capaci di incantare chi ascolta, trasportandolo dentro a un universo solo in apparenza così diverso dal nostro. Grazie al lavoro di FitzGerald impariamo infatti ad empatizzare con le voci di chi ascoltiamo, con le loro storie e le loro vite sebbene nessuno di noi (credo)i adori la pizza con il salame di orso,beva cappuccino con la schiuma di renna o, addirittura, detenga a 12 anni il record della più giovane donna ad aver mai sparato a un alce.
Forse è proprio l’empatia la chiave di questo lavoro e anche il lasciapassare per scrivere storie che non hanno la pretesa di essere magiche, ma che lo diventano una volta passato il padiglione auricolare.
Chiara
🧁 Bonus: esplorate tutto il resto della produzione di Cathy FitzGerald, ne vale la pena
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo