Ciao Orecchiabilinə,
Quanto vi piacciono le cose meta? A noi, tantissimo, così tanto che le nostre orecchie si sono, senza nemmeno essercelo detti, sincronizzate su diversi modi di raccontare come si indagaun mistero, una serie di attentati, la nostra vita, o ancora come si indaga l’indagine stessa. Tra finzione e dissertazione, i podcast che vi consigliamo oggi girano tutti intorno all'indagine.
Giacomo vi porta in Ticino con “Revolution” un radiodramma pieno di musica e violenza antisistema. Chiara vi accompagna in un’indagine sul perché ci piace indagare, insieme agli autori di Home Sleuth.
Pronti, partenza, play!
Revolution, RSI 🇨🇭
C’è stato un momento della mia vita in cui passavo buona parte del mio tempo a fare a spallate sotto i palchi, tornando a casa con la voce roca dal troppo urlare a squarciagola. Mi piacevano gruppi che cantavano di cose tristi e personalissime. La fidanzata che non c’è più. Il sentirsi inadatti. Il malessere esistenziale degli anni dieci. Erano anni in cui ogni canzone poteva assumere significati enormi e cambiare il corso delle cose (va beh, più o meno). È da qui che parte Revolution. Da una canzone e da quello che può rappresentare per chi la suona e che per chi la ascolta.
Siamo nella Zurigo odierna. Dal nulla rispunta I’m Bakunin, vecchio pezzo degli Angry Freedom, una band cittadina che negli anni novanta incitava il suo pubblico a inondare le strade di sangue per rompere il giogo del sistema capitalista. A trent’anni di distanza qualcuno sembra prendere il testo della canzone sul serio, mettendo in scena attentati che ne seguono pedissequamente le violente parole. E no, non vi siete persi delle notizie da oltralpe. Tutto quello di cui stiamo parlando fa parte del mondo di verosimile finzione creato per Revolution.
In questo radiodramma della radio pubblica svizzera, seguiamo le vicende di Josi Amstutz, una giovane giornalista di estrema destra, mentre cerca di capire chi ci sia dietro questi attentati e come mai qualcuno abbia deciso di tirar fuori dal dimenticatoio la musica di un gruppo a cui nessuno più pensava da decenni. Come da miglior tradizione letteraria, la ricerca di Amstutz la porta a porsi domande sulla sua identità, intrecciando la spasmodica caccia di uno scoop con una molto più complicata ricerca personale.
Come la storia che racconta, anche Revolution è costruito intorno al rock degli Angry Freedom, band per cui gli autori di questo lavoro hanno composto e registrato un intero album. Il ritmo incalzante delle loro canzoni si propaga attraverso le tre puntate del podcast, contribuendo al senso di urgenza delle indagini di Amstutz e risucchiando chi ascolta in un turbinio di azione frenetica sapientemente montata.
Un’ultima nota di merito alla scrittura che, usando con perizia un cast di personaggi detestabili, sembra incentrata sul raccontare una buona storia, piuttosto che sul costruire un significato da far digerire a tutta forza all’ascoltare. In un panorama audio che si sta appiattendo sempre più su storie raccontate in maniera sempre uguale, Revolution è una divertente ventata d’aria fresca. Vi promettiamo che d’ora in poi presteremo più attenzione a quello che accade in Ticino e dintorni.
🧁 Bonus: il miglior gruppo di urloni tristi italiani di sempre
- Giacomo
Home Sleuth, BBC Sounds 🇬🇧
Home Sleuth raccoglie in cinque episodi (l’ultimo in uscita il prossimo giovedì) storie di investigatori amatoriali (in inglese sleuth) impegnati in una loro personalissima ricerca di giustizia. Omicidi con vittime non identificate, brutali smembramenti di gatti e tracce di DNA alquanto sospette, sono solo alcuni dei crimini o misteri irrisolti su cui cittadini comuni hanno cercato di far luce, a volte con successo, altre volte un po’ meno.
Su queste pagine spesso vi ho parlato dei limiti del true crime. Di come l’etica del racconto venga spesso messa in secondo piano, di come certi autori tendano a voler sovrastare il racconto con le loro voci egoriferite, o ancora di come insistere su macabri dettagli dell’assassino ci faccia dimenticare della dignità delle vittime. Sono tutte questioni che mi stanno particolarmente a cuore e il motivo per cui sempre meno riesco a portare a termine l’ascolto di un podcast true crime senza alzare un infastidito sopracciglio.
Gli autori di Home Sleuth mi confermano che non sono sola. Da esperti autori di cronaca nera quali sono, hanno deciso infatti, hanno deciso di alterare la classica struttura dei racconti investigativi a cui le nostre orecchie si sono abituate. Nella maggior parte dei podcast true crime infatti un presentatore esperto e autorevole racconta il dispiegarsi della storia, aiutando l’ascoltatore a districarsi tra un indizio e l’altro. In questo podcast no: è l’investigatore stesso a raccontare la sua storia, senza interruzioni. Nella seconda parte di ogni episodio, poi, gli autori intervistano esperti del settore con i quali commentano le questioni etiche, morali, e anche professionali che girano intorno all’indagine appena raccontata.
Home Sleuth è un’indagine sull’indagare, per cercare di capire perché una persona comune si dedichi a risolvere misteri irrisolti. Ascoltando le riflessioni degli autori e degli intervistati si cerca di capire se la volontà di investigare senza avere tutti gli strumenti per farlo sia etica, se vada regolamentata. Sì riflette anche su come lo stereotipo dell’investigatore razionale in grado di dissezionare la scena del crimine per risolvere il mistero sia di sesso maschile e anche di come il ruolo della donna nelle forze dell’ordine sia stato storicamente relegato a forme di cura. Home Sleuth, insomma, prova a riflettere da dove origini questa nostra ossessione per il true crime e lo fa dandoci gli strumenti per indagare noi stessi.
🎧 Consigli di ascolto: ogni episodio è a sé stante. Il mio preferito è il terzo, sul misterioso serial killer di gatti a South London e secondo me è anche il più emblematico. Vi consiglio di partire da lì.
- Chiara
Questo numero di Orecchiabile vi arriva anche grazie all’amorevole supporto economico di quello di cui stiamo per parlarvi proprio qui sotto. Ve lo diciamo perché vogliamo essere il più trasparenti possibile e per rassicurarvi che, siccome teniamo molto a voi Orecchiabilinə, ci premuriamo di lavorare solo con persone belle che fanno cose per cui vale davvero la pena di cliccare su un link.
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⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
Per voi che, come noi, amate capire come si raccontano le cose per bene, consigliamo di tutto cuore l’ascolto di Stories of Sound un podcast degli amici di Botafuego in cui si discute di audio craft con alcuni dei suoi migliori intepreti. Da Axel Kacoutié ad Eleanor McDowell, passando per l’ideatore di Love+Radio.
Se l’inglese vi è ostico, i Botafuego avevano fatto una simile operazione con alcuni tra i più affermati autori italiani in Storie di Suono.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo