Ciao Orecchiabilinə,
Immaginatevi la redazione della nostra newsletter come il nascondiglio di Cip e Ciop in cui nel tempo abbiamo conservato un sacco di noci nocciole e arachidi. Piano piano, con la costanza e la minuzia tipica dei roditori, ascoltiamo tutto quello che abbiamo in lista e scegliamo il migliore frutto a guscio del nostro magazzino.
Quindi oggi per voi Giacomo si è immerso in Senso, un podcast fiction dal sapore fantascientifico e Chiara è volata in Texas per raccontarvi la storia dell’attrice Shelley Duvall, famosa per aver interpretato Wendy in Shining, con Texas Twiggy.
Pronti, partenza, play!
Senso, oSuonoMio 🇮🇹
E’ passato ormai qualche anno da quando, per gentile concessione del Covid-19, ci siamo ritrovati nell’inedita situazione collettiva di poter perdere uno dei nostri sensi da un momento all’altro. A pensarci, ci è andata fin bene. Il gusto è tornato a (quasi) tutti ed è decisamente il senso meno necessario alla sopravvivenza nelle nostre civiltà supermercatizzate (guardate tedeschi e olandesi come proliferano felici).
In Senso le cose vanno un po’ diversamente e a scomparire sono udito, vista, capacità di parlare e, in alcuni casi, addirittura la memoria. A provocare la perdita delle facoltà percettive non è una simpaticissima pandemia tutta complottismo e pangolini, ma un'enigmatica presenza che aleggia sulla narrazione senza mai essere veramente spiegata oltre il suo, bellissimo, nome: la “sensosfera”.
Come avrete capito, arguti lettori, stiamo parlando di un podcast di finzione dal vago sapore fantascientifico. Non pensate però a navicelle spaziali e raggi telestrasporanti. Senso è ambientato in un tempo che assomiglia molto al nostro, ma le cui strutture sociali ed economiche sono profondamente alterate dall’arrivo della sensosfera, in un approccio alla materia che ricorda da vicino quello dei racconti del miglior Dick.
Su questo sfondo agiscono Bruno e Benji, due inseparabili gemelli di casa nella Val di Sole. Saranno loro a scoprire nei boschi trentini una sostanza che potrebbe curare, in parte, i danni creati dall’epidemia, rendendoli ricchi nel processo, ma creando danni forse irreparabili alle loro terre. Non vi spoilero oltre, ma sappiate che, come in tutta la fantascienza che si rispetti, a mettersi di mezzo ci sono società corporate cattive, legami familiari complicati e la necessità di scegliere tra il bene personale e quello collettivo, in una riuscita allegoria di quel complicato equilibrio tra progresso, benessere e ambiente di cui la nostra specie sta iniziando a preoccuparsi solo ora (e con ancora poca convinzione).
Il podcast è raccontato tutto in prima persona da uno dei due gemelli e, seppur io non sia un grande fan della fiction recitata con toni attoriali, devo ammettere che la scrittura di Gianluca Taraborelli e la voce di Davide Farronato, riescono nell'intento di far girare tutto Senso intorno a un solo personaggio. A dargli una mano c’è il grande lavoro sui paesaggi sonori del duo Lapiana/Dappiano che, come già negli altri lavori di oSuonoMio (Voit e Sete), accompagna il racconto con un suggestivo tappeto di musiche ed effetti, dando corpo al mondo appena accennato del podcast senza mai perdersi nel bieco utilizzo di suoni puramente didascalici.
Senso non piacerà a tutti per storia, costruzione e formato scelto ma è bello vedere che nel sottobosco del panorama del podcast italiano qualcuno si sbatte per costruirsi un’identità sonora e narrativa lontana dal trito modello di inchiesta giornalistica su cui sembriamo tristemente arenati. Viva viva.
🎧 Consigli di ascolto: non credo sia un podcast da ascoltare tutto d’un fiato, ma piuttosto qualcosa da gustare tutti i giorni (gli episodi sono cortissimi), lasciando che il mondo appena accennato su cui prendono vita le vicende di Senso si sedimenti nella vostra immaginazione.
🧁 Bonus: Senso è accompagnato da un gioco di carte collaborativo che pare molto interessante e che i ragazzi di oSuonoMio hanno provato a realizzare con un crowdfunding. Mancano solo tre giorni e l’obiettivo è lontano, ma sperare non costa (letteralmente) nulla. Noi il nostro mazzo l’abbiamo prenotato.
Texas Twiggy, Emma Lehman 🇺🇸
Shelley Duvall. Un nome che fino a qualche settimana fa non suscitava in me alcuna reazione e che immagino faccia lo stesso effetto a una larga parte di chi sta leggendo, con la sola eccezione dei più accaniti cinefili. Loro la ricorderanno come il volto pallido e spaventato di Wendy, la moglie di Jack Torrance in Shining. Un volto che nel film di Kubrick sparisce soffocato tra gemelle inquietanti, allucinazioni e un magistrale Jack Nicholson. Poi ho ascoltato Texas Twiggy e ora sono letteralmente ossessionata dalla vita di Shelley Duvall e allo stesso tempo sconcertata da quanto poco siano conosciute la sua esperienza durante le riprese del film e la sua carriera Hollywoodiana. Attrice, icona glam, produttrice, sceneggiatrice e regista, Duvall ha trascorso i suoi anni migliori vivendo sulle colline di Los Angeles, con l’iconica scritta bianca che tutti ben conosciamo visibile dalla finestra del suo salotto, frequentando personaggi come Ringo Starr, Paul Simon, Robin Williams, Andy Warhol e Carry Fisher e recitando in piccoli capolavori avanguardisti del cinema americano anni settanta come Three Women o Nashville.
Emma Lehman, host e producer di Texas Twiggy, è una studentessa di cinema appassionata di Duvall che, come i migliori di noi, si trova a cercare su Google che fine abbia fatto l’attrice texana, ormai inattiva da un paio di decenni. Da questa sua semplice curiosità scaturisce una vera e propria indagine intorno alla figura di Duvall, con il duplice scopo di riscattare la sua immagine pubblica e capire il perché della sua scomparsa (ci torniamo dopo). Il podcast ripercorre tutta la carriera di Shelley, dalla giovinezza in Texas fino all’apice della fama, raccontando attraverso interviste e una minuziosa ricerca d’archivio i molteplici contributi al mondo cinematografico di Duvall tra recitazione, produzione e scrittura. Texas Twiggy approfondisce nel dettaglio anche la realizzazione del film Popeye, in cui Duvall ovviamente interpreta Olivia, girato sull’isola di Malta in una folle produzione tra ricostruzioni di interi villaggi e imprenditori della cinematografia che viaggiano con un baule di cocaina (!!). Lehman, da brava studentessa di cinema, dedica anche un paio di episodi a esaminare l'influenza di Shelley Duvall sulla produzione di programmi TV per bambini, il ruolo del personaggio di Wendy in Shining e il suo impatto sulla teoria cinematografica femminista.
Più si prosegue con l’ascolto di Texas Twiggy più l’interesse per la vita di Shelley Duvall lascia il posto, sia nelle parole dell’host che nelle orecchie di chi ascolta, a un crescente senso di tenera empatia nei suoi confronti, che culmina nel racconto di una sua triste e controversa apparazione da Dr. Phil e nelle poche notizie che si hanno da quando Shelley ha fatto perdere le sue tracce ritirandosi a vita privata nella campagna texana. Questo cambio di paradigma porta Lehman a interrogarsi su quanto sia lecito spingersi nel privato di un personaggio che, come Duvall, ha scelto di ritirarsi dalla scena pubblica. È un momento di confronto onesto e diretto con chi ascolta e che mi ha immediatamente fatto tornare in mente Missing Richard Simmons, un podcast di qualche anno fa a cui spesso anche Lehman fa riferimento e in cui l’autore Dan Taberski cercava di capire dove fosse finito Richard Simmons, un guru del fitness improvvisamente sparito nel nulla. Sia Missing Richard Simmons che Texas Twiggy affrontano la scomparsa dalle scene pubbliche di personaggi noti, ma lo fanno adottando approcci e toni molto diversi. Mentre Lehman è molto attenta a non calpestare il diritto alla privacy di Duvall, Taberski porta oltre l’eccesso il suo morboso interesse nei confronti di Simmons, invadendo la sfera privata e generando grandi critiche nel mondo dell’intrattenimento statunitense. In questo senso Texas Twiggy può essere visto anche come l’esempio più recente di come gestire le ricerche di un podcast investigativo ai giorni nostri, restando sempre in bilico sulla sottile linea che separa il narratore alla ricerca della verità con il soggetto stesso a cui quelle storie sono accadute. Una lezione che in Italia, forse, dobbiamo ancora imparare.
🎧 Consigli di ascolto: il podcast va ascoltato con delle buone cuffie. È una piccola gemma autoprodotta e purtroppo alcune interviste non sono registrate in maniera impeccabile.
🧁Bonus: all’inizio di quest’anno Duvall ha annunciato il suo ritorno alla recitazione, nello specifico per il film The Forest Hills, di cui ancora non sappiamo la data di uscita nei cinema. Il podcast è uscito nel 2022 e mi piace pensare che dietro la decisione di ritornare a recitare ci sia anche il merito del lavoro di Emma Lehman.
🧁🧁Bonus: sempre dopo l’uscita del podcast, Shelley Duvall ha rilasciato un’intervista al canale YouTube The Grimm-Life Collective, che ha anche co-prodotto il film.
👅Difficoltà linguistica: ★★★★☆.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
Jonathan Zenti è uscito con nuove puntate di Problemi che fanno luce sulla dura verità dei numeri dietro al mondo dei podcast italiani. Prendete e ascoltatene tutti. Sul tema, è uscita anche un’interessante intervista a Zenti fatta da Vincenzo Marino, autore di una delle nostre newsletter preferite, Zio.
Gli amici di Cemento hanno vinto con Kult il premio come miglior podcast di reportage e inchiesta di Radio24 (nei cui studi dalle attente orecchie ultimamente abbiamo visto passare anche Johnny Faina e Stefano Nazzi)
Quello sportivo da poltrona di Giacomo ci tiene a segnalarvi La Telefonata, un podcast giornaliero di pochi minuti in cui quello splendido duo comico di Panatta e Bertolucci ci racconta le ATP Finals cazzeggiando senza peli sulla lingua.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo