Martellate e meta-racconti
Le recensioni di “La Martellata” e “Shocking, Heartbreaking, Transformative”
Ciao Orecchiabilinə,
scriviamo questa introduzione a un’ora invereconda della notte per nessun motivo alcuno e quindi ci terremo brevi per evitare sicuri strafalcioni.
Ma bando a inutili lirismi. Per questo numero gli astri si sono sono allineati e ci hanno permesso di scrivere di qualcosa che fosse collegato all’attualità (ovviamente per pura casualità), aiutando voi intelligenti lettori ad avere una chiave di lettura per capire il perché si lanciano zuppe alla Gioconda grazie al lavoro consigliato da Giacomo: La Martellata. Per non abituarvi troppo alla nostra aderenza alla realtà e all’attualità Chiara vi propone un meta viaggio nella produzione degli audio documentari con Shocking, Heartbreaking, Transformative.
Se siete nuovə o finite i nostri consigli molto in fretta, sappiate che qui trovate l’archivio delle recensioni di lavori audio in lingua italiana, sapientemente divise per genere. Se poi non sapete che pesci pigliare, mandateci una mail o un messaggio diretto su Instagram e, come sempre, saremo più che felici di suggerirvi qualcosa.
Pronti, partenza, play!
La Martellata, Radio Papesse / Saladrigues per Tre Soldi 🇮🇹
È un sabato mattina di settembre e nonostante le piogge dei giorni precedenti fa ancora abbastanza caldo. Siamo nel 1991 e, visto che il Lucia Festival ancora non esiste, la Galleria dell’Accademia di Firenze è affollata di turisti autunnali, bramosi di poter osservare una delle altre grandi attrazioni cittadine: il David di Michelangelo. Tra di loro c’è Piero Cannata. Anche lui è li per il David. Gli si para di fronte. Forse lo osserva. Poi scavalca senza esitare la corda che lo separa da quei cinquemila chili di marmo e si arrampica sul basamento della statua. Fruga nelle tasche interne del suo giubbotto, ne tira fuori un martello e… Bam! colpisce con forza l’alluce dell’inerme David, da cui, stoicamente, si staccano solo poche schegge di marmo. Compiuto il gesto, Cannata scende dal piedistallo, abbandona l’arma del delitto e si sdraia per terra ad aspettare che le cose facciano il loro corso.
Nei giorni, mesi e anni successivi le conseguenze di questo atto si propagano oltre lo stretto confine della cronaca e mettono in moto un intero ecosistema di persone e conoscenze tra restauratori, geologi, storici dell’arte e scienziati, fino a incrociare la sensibilità dell’artista catalana Mireia c. Saladrigues e, grazie alla sua ricerca e alla sua collaborazione con Radio Papesse, arrivare alle nostre orecchie con La Martellata.
In questo podcast pubblicato per Tre Soldi, rimbalziamo tra le voci di tutte le persone che sono state toccate da questa famigerata martellata. Partendo da Cannata e dal fatto in sé ci addentriamo in riflessioni sull’iconoclastia e sul ruolo sacro dell’arte nella cultura occidentale, per poi tornare con i piedi ben saldi a terra attraverso la marmorea materialità del David e le parole di chi ha avuto l’onere di metterci sopra le mani per riparare ai danni fatti.
Nonostante la profondità dei temi trattati, la scrittura delle Papesse (Carola Haupt e Ilaria Gadenz) rende l’ascolto di La Martellata leggero e scorrevole, permettendo a chi ascolta di digerire senza fatica alcuna una gran quantità di informazioni. Il montaggio è sopraffino e fa sì che, nonostante il numero di voci che il duo ligure-toscano è riuscito a comprimere in sole tre puntate, non ci si debba mai fermare per chiedersi chi sta parlando o tornare indietro per recuperare il filo del discorso. Sono pochi gli artigiani del suono che riescono a nascondere così bene le cuciture che tengono insieme il loro lavoro.
Il tutto è corredato dall’amabile italiano sgangherato di Saladrigues e da un sound design che, dopo un paio di episodi di rincorsa, si prende con gentilezza la scena nel finale, giocando con bonaria frivolezza con i suoni prodotti dalla polvere di marmo.
La Martellata è un itinerario nella relazione spirituale che gli esseri umani instaurano con le opere d’arte, da chi le produce a chi le distrugge, passando per chi se ne prende cura e chi semplicemente le ammira. È un lavoro che riesce nel piccolo miracolo di essere contemporaneamente ricchissimo e semplicissimo, regalando a chi ha la fortuna di ascoltarlo preziose suggestioni da portare con sé e far germogliare. Il tutto in soli quarantacinque minuti.
-Giacomo
🧁 Bonus: se vi chiedete che senso abbia tirare della zuppa alla Gioconda, beh questo è il podcast per voi.
Shocking, Heartbreaking, Transformative, Jess Shane, Radiotopia 🇺🇸
Gran parte dei podcast che sono piaciuti alle nostre orecchie, e che vi abbiamo quindi propinato in questa newsletter, si presentano come audio documentari in prima persona in cui un host riesce con la sua scrittura a intrattenere ed emozionare chi ascolta mentre racconta la storia di qualcun altro. Dal true crime al business, dall’audio al video, sono questi i prodotti mediali non fiction che vanno per la maggiore ultimamente. Shocking, Heartbreaking, Transformative parte da qui per proporci una necessaria riflessione: produrre documentari così strutturati, è una buona cosa per i protagonisti di queste storie? E lo è per il resto del mondo che le ascolta?
Spoiler: forse no. In realtà mentre scrivo questa recensione deve ancora uscire l’ultima puntata quindi per ora rimaniamo nel campo delle supposizioni. Che poi lo scopo del podcast non è nemmeno quello di trovare una vera e propria risposta, ma di aiutarci a riflettere insieme all’host Jess Shane sul percorso ad ostacoli che può essere produrre un documentario dal punto di vista etico, economico e culturale.
Questo lavoro estremamente meta gira tutto intorno ad un annuncio che Shane ha pubblicato su Craigslist e che, tradotto da me medesima, dice più o meno così: “La tua storia ha bisogno di essere raccontata? Raccontala in un documentario! Cerco storie scioccanti, commoventi e trasformative per una nuova serie sull'industria del documentario. Si fornisce compenso”. Dopo giorni di audizioni, Shane sceglie quattro partecipanti, ciascuno con motivazioni diverse sul perché vuole condividere la propria storia. Tra di loro, giusto per darvi un’idea ci sono Ernesto, aspirante modello ed ex tossicodipendente e Judy, un’anziana signora che vuole sensibilizzare la comunità sulla vita dei senza tetto.
A questo punto gli episodi si dispiegano su due livelli narrativi: il primo è quello delle storie dei soggetti selezionati, l’altro, quello meta, è il racconto di Shane sul lavoro fatto per realizzare le interviste, come montare le cose che vengono dette, le difficoltà nella comunicazione con loro e il rispetto delle scadenze editoriali e i limiti di budget. Così, ci si trova ad ascoltare quasi con più interesse i suoi ragionamenti sull’industria dei documentari e il suo sguardo critico nei confronti del processo decisionale che sta dietro la produzione di una serie documentaristica prende quasi il sopravvento.
Shocking, Heartbreaking, Transformative è la storia di come si racconta una storia ed è e una finestra nella testa di un produttore, come fossimo in un film di Charlie Kaufman. È, soprattutto, un brillante e fresco invito a interrogarsi su cosa si ascolta, sul perché qualcuno ha deciso di appropriarsi della storia di qualcun altro, e quali sono i risvolti economici che questa decisione ha per entrambe le facce di questa complicatissima medaglia
-Chiara
🎧 Consigli di ascolto: in passato vi avevamo parlato di un episodio di Lights Out che si presta a ragionamenti simili.
🧁 Bonus: tra le varie cose per cui la produzione di questo podcast è lodevole (a partire dai nomi di tutto rispetto nei credits, da Eleanor McDowall a Mitra Kaboli e Kaitlin Prest), c’è il sound design di Michelle Macklem, morbido, confortevole e vagamente nostalgico che aiuta a sedimentare la densità di informazioni e riflessioni che Shane condivide con l’ascoltatore. Le due, hanno anche un collettivo, Constellations, che cura e produce podcast, eventi live e pubblica materiale audio. Buttateci un orecchio.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
ÈE’ uscita giusto ieri la lineup di Chora Volume 1, il festival audio con cui Chora Media si apre a quanto di buono succede nel panorama audio italiano, con un paio graditissimi ospiti fuori dai nostri confini. Insieme al nutrito plotone Chora (Sara Poma, Cecilia Sala e Pablo Trincia solo per citarne alcuni), ci sono gli amici orecchiabili John Modupe e Jonathan Zenti, i goduriosi live di Paolo Nori e Barbero, l’immancabile Francesco Costa e, udite udite, Kaitlin Prest, una delle persone migliori a cui affidare le vostre orecchie. Insomma, non male. Tanto più che è tutto gratis (ci si registra su Dice, a breve)
Altra grandissima notizia è che dal 19 al 22 maggio 2024 a Roma si terrà l’EBU Audio Storytelling Festival uno dei più importanti incontri dedicati alla radio e all’audio documentario (una volta si chiamava IFC). Ci saranno ascolti (sottotitolati) provenienti da ogni dove, panel e workshop. Qualcosina di quello che bolle in pentola la sappiamo e non vediamo l’ora. Ci si prenota a partire dal 12 febbraio e i posti sono pochini. Sappiatelo. (e ringraziate mamma RAI che ha contribuito a far arrivare questa bellezza itinerante a Roma per la prima volta)
Se siete nuovə o finite i nostri consigli molto in fretta, sappiate che qui trovate l’archivio delle recensioni di lavori audio in lingua italiana, sapientemente divise per genere. Se poi non sapete che pesci pigliare, mandateci una mail o un messaggio diretto su Instagram e, come sempre, saremo più che felici di suggerirvi qualcosa. Sì, l’abbiamo scritto in cima alla newsletter, ma sappiamo che molti di voi la saltano e allora ve lo mettiamo pure qui perché non vorremmo mai lasciarvi senza ascolti.
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo
bello tutto, ma soprattutto aver perso minuti su Spotify a cercare il podcast "La marmellata" 🤣