Ciao Orecchiabilinə,
oggi vi raccontiamo di persone che hanno avuto più di una vita. Chiara vi parla di Paolo Nori e di quando i nostri affidabilissimi media lo hanno dato per morto con Due volte che sono morto, mentre Giacomo vi porta in una delle più antiche Chinatown degli Stati Uniti in una storia a metà tra gangster e Hollywood con Magnificent Jerk.
Ultimamente siamo un po’ pigri nella gestione dei social, quindi fate i bravi e raccomandate ai vostri amici questa newsletter, che siamo quasi a quattromila iscritti e ci piacciono i numeri tondi e il passaparola resta la migliore arma.
Una piccola novità: dopo le vostre richieste abbiamo aggiunto un’indicazione del livello di difficoltà alla recensioni di podcast in lingue che non sono quella italica.
Pronti, partenza, play!
Due volte che sono morto, Paolo Nori, Chora Media / RaiPlay Sound 🇮🇹
Immaginate di camminare per il centro della città in cui vivete e di incrociare lo sguardo di persone che vi guardano stupefatte. Queste, avvicinandosi, vi dicono: «Ah ma allora non eri morto». È ciò che è accaduto a Paolo Nori, che è morto per ben due volte.
Due volte che sono morto è il racconto personale e niente affatto cronologico dei due gravi incidenti che hanno coinvolto Paolo Nori, scrittore ed esperto di letteratura russa, a distanza di quattordici anni l’uno dall’altro. Nel primo incidente, è stato ricoverato al centro gravi ustionati di Bologna per ben settantasette giorni, mentre nel secondo è stato in coma farmacologico per cinque giorni a seguito dopo essere stato investito. In entrambi i casi la notizia della sua morte si è erroneamente diffusa sui giornali nazionali, rendendo il 2013 e il 1999 i picchi della massima popolarità di Nori. Come spesso accade in queste situazioni, a fare i conti con l’impatto mediatico sono stati i familiari di un ignaro Nori, che non ricorda praticamente nulla dei due incidenti e dei giorni immediatamente successivi, se non quello che gli è stato raccontato da staff medico e parenti.
La trama di questo podcast ruota proprio attorno a questo dettaglio, trasformandosi in una sorta di investigazione retrospettiva di Nori su ciò che gli è accaduto. Lo scrittore parmense, accompagnato dall’’autrice Silvia Righini e dal tecnico del suono Guido Bertolotti, indaga microfono alla mano su quanto è accaduto, accompagnando l’ascoltatore in tour guidato su e giù per la linea temporale di quei terribili e assurdi momenti. Intervistano i suoi fratelli, amici lontani, medici, soccorritori e perfino chi lo ha investito, nel tentativo di sgombrare il campo da notizie inaccurate e, a volte, false che sono state pubblicate sui giornali nazionali in quegli anni.
Nori stesso, a un certo punto della prima puntata, afferma che Due volte che sono morto è un podcast “sporco”, fatto di registrazioni sul campo, a volte rubate da Bertolotti a sua insaputa, con un montaggio all’apparenza poco lineare e con molte divagazioni, che non riguardano solo la vasta conoscenza sulla cultura russa di Nori, ma anche, e soprattutto, la sua vita privata e le conseguenze che i due incidenti hanno avuto nel prosieguo della sua esistenza. Non solo perché coincidono con le pubblicazioni dei suoi romanzi ma anche perché collimano con l’incontro della sua compagna, o altre vicende nella storia della sua famiglia. Ascoltare Due volte che sono morto è come ritrovarsi seduti su una di quelle trattorie con le tovaglie a scacchi e uno stanco arredamento di legno scuro dall’antichità imprecisata, per un placido pranzo con unə amicə che non vedete da tanto, con le orecchie tese ad ascoltare tutto quello che ha da dirvi, accompagnati dall’accento parmense di Nori, cremoso come il ripieno di un tortello di zucca.
🎧 Consigli di ascolto: è un original RaiPlay Sound, per cui dovete, come al solito, scaricare la loro app o ascoltarlo dal loro sito.
Magnificent Jerk, Maya Lin Sugarman / Apple Podcast 🇺🇸
Magnificent Jerk inizia quando Sugarman viene messa a conoscenza di alcuni particolari della vita di suo zio Galen che, così le viene riferito da una zia, da giovane faceva parte di una gang, era tossicodipendente e aveva perfino passato qualche mese in galera. Insieme a queste rivelazioni a Sugarman viene consegnata una scatola piena di sceneggiature, in cui Galen aveva riversato le esperienze più complicate della sua vita nella speranza di sfondare a Hollywood. Riuscendoci. Beh, più o meno.
Dopo un decennio passato come attore di personaggi senza nome (al suo attivo abbiamo un “Malvivente #1”, un “Dottore Cinese #2” e via discorrendo), Galen Yuen era infatti riuscito a vendere la sceneggiatura di un film basato sulla sua vita con cui si proponeva di raccontare in pellicola cosa voleva dire crescere nella Chinatown di Oakland ad inizio anni settanta. Nelle mani dei produttori però, quella che era una onesta storia di strada, gangster sino-americani e droga, si era trasformata in Crazy Six, un orrendo film ambientato in Slovacchia a base di complotti internazionali al plutonio e Burt Reynolds.
In Magnificent Jerk, Sugarman si mette a scavare nella vita di suo zio, che ci ha purtroppo lasciato nel 2015, per capire quanto della sua storia sia effettivamente rimasto in Crazy Six e per cercare di ricostruirne la carriera, tanto quella criminale, quanto quella da attore e sceneggiatore hollywoodiano, attraverso interviste con amici, colleghi e amanti. Insieme a Sugarman ci avventuriamo così tra scorci delle guerre tra gang di San Francisco e vedute sul razzismo che respirava nel mondo cinematografico del secolo scorso, in uno strambo e funzionale mix.
Il podcast si snoda attorno a una struttura narrativa tradizionale, che alterna la voce di Sugarman a quella dei suo intervistati, procedendo in ordine cronologico lungo le fasi della vita di suo zio. A spezzare il ritmo ci pensano spezzoni di film, a volte reali, a volte re-interpretati per l’occasione, che riescono, seppur in maniera indiretta, a dar voce e sostanza a Galen.
Per come ve lo ho raccontato fin qui, Magnificent Jerk sembra uno dei tanti podcast che prendono una storia interessante e, invece di condensarla in una quarantina di minuti, la stirano su sei o sette puntate senza particolari invenzioni narrative o sonore che ne giustifichino la durata. Ed in effetti è così. Nell’ultimo episodio però succede una di quelle cose per cui qui si ama l’audio. Sugarman decide infatti di prendere tutto il materiale raccolto, metterlo in ordine e ricomporre la vita di Galen di fronte ai suoi parenti (visione di Crazy Six inclusa), riportandone idealmente la memoria dentro quel nucleo familiare da cui si era allontanato nei suoi momenti più bui e da cui anche l’autrice stessa ha preso le distanze.
Il lungo viaggio delle puntate precedenti si sublima così in una ventina di minuti di vera intimità, in cui sia noi che Sugarman veniamo ricompensati per avere ceduto tempo e attenzione alla vita di Galen Yuen, un “magnifico coglionazzo”.
🧁 Bonus: potevo non regalarvi il trailer di Crazy Six? Ci sono pure Rob Lowe e Ice-T.
👅Difficoltà linguistica: ★☆☆☆☆ / Sugarman parla piano e il suo accento californiano la rende decisamente intelligibile. Le interviste potrebbero confondervi, ma dovreste farcela anche con un inglese scolastico.
⏭ Orecchie a 2x:
Nel mondo dei podcast accadono cose un po’ in continuazione e non sempre riusciamo, per motivi di spazio, tempo o (addirittura) linea editoriale, a segnalarvi tutto quello che vorremmo. Quindi eccovi un po’ di notizie fresche fresche in poche comode parole:
L’amico Ame Ray ha fatto uscire la prima puntata di un nuovo podcast per Radio Raheem. Si chiama La Mia Casa Infestata e noi ne siamo già fan.
Transom è una delle più importanti risorse per chi vuole fare l’audio. Da qualche mese danno una mano a pubblicare lavori che ritengono belli e che, per la corta durata e i temi trattati, non trovano una casa nei grandi e famosi podcast del mondo. Questo mese il prescelto è Every Library in My Life della produttrice sarda Cristina Marras. Gioite con noi (e con lei).
Bene, anche per oggi è tutto. Ora, srotolate i fili delle cuffiette e iniziate ad ascoltare! Sentiamoci su Instagram e se vi va, condividete questa newsletter con qualcuno che pensate possa apprezzarla.
Chiara & Giacomo
Vorrei altre puntate di Due volte che sono morto solo per sentire ancora la cadenza di Paolo Nori 🫶 è stato proprio un bell’ascolto!
Oh wow! Grazie Chiara e Giacomo 😊 grazie di cuore 🥰